Biennale architettura di Venezia 2020: un sardo il curatore del Padiglione Italia

La sua originale visione d’architettura e l’urgenza sul cambiamento del clima, hanno conquistato anche il ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli che, a sorpresa, questa mattina, lo ha scelto tra una rosa di cinque professionisti. Alessandro Melis, architetto cagliaritano, sarà il nuovo curatore del Padiglione Italia alla diciassettesima Mostra internazionale di architettura di Venezia 2020. “Il progetto Comunità Resilienti di Alessandro Melis – fanno sapere con una nota dal ministero  – affronta temi di grande urgenza come il cambiamento climatico e la resilienza delle comunità. Si tratta di un percorso di mostra molto divulgativo e coinvolgente, e il Padiglione Italia sarà un’occasione per riflettere su come rispondere positivamente alla pressione sociale ed ambientale attualmente in atto”.

Cinquanta anni, una laurea in architettura a Firenze, Melis ha lasciato la Sardegna attratto dalle possibilità professionali offerte dalle grandi metropoli in giro per il mondo. Ha vissuto a Berlino, ma anche ad Auckland, in Nuova Zelanda. Ha insegnato a Dessau in Germania, e a Vienna, in Austria. A Cagliari ha provato a tornare più volte, senza mai trovare sufficiente spazio, neppure in ambito universitario. È andata diversamente in Inghilterra, dove lo hanno accolto a braccia aperte. Oggi, a Portsmouth, dirige la Cluster for Sustainable Cities, piattaforma sul tema della città nell’era dell’innovazione, ed è il fondatore del ‘Media Hub’, il primo open-lab dell’università inglese realizzato con l’obiettivo di approfondire i temi della modernizzazione tecnologica nel settore della progettazione climatica.

I suoi temi di ricerca spaziano dall’innovazione nel campo della sostenibilità ambientale, alla rigenerazione del tessuto urbano, temi sui quali evidentemente deve essere particolarmente preparato dato che lo hanno chiamato come curatore e relatore anche al MoMA di New York e alla Academy Art of China. Una ventina di anni fa, ha fondato Heliopolis 21, studio di architetti associati con sede a Pisa, Berlino e Auckland, le città in cui ha vissuto e insegnato. Uno studio con cui ha vinto più di venti concorsi, ricevuto premi e pubblicato numerosi progetti.

Del carattere visionario dell’architettura rimane fortemente convinto: “È giunto il tempo dei visionari – si legge in uno suo scritto dal titolo Rendere visibile l’invisibile, citazione dal filosofo francese Merleau-Ponty -, gli unici in grado di ripensare radicalmente alle relazioni tra umanità e habitat. Chissà, per esempio, che in futuro non si possa indossare un’architettura o abitare un vestito”. Chissà.

Donatella Percivale

(Nella foto di apertura, rendering del progetto di Is Mortorius a Quartu)

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