Becciu, estradizione di Cecilia Marogna: giudici di Milano decidono a gennaio

Si terrà tra più di due mesi, il 18 gennaio, l’udienza davanti alla Corte d’Appello di Milano chiamata a decidere se estradare o meno Cecilia Marogna, la 39enne manager cagliaritana indagata nell’inchiesta vaticana sull’ex numero due della Segreteria di Stato, il cardinale Angelo Becciu, e arrestata il 13 ottobre su mandato di cattura della Santa Sede. Il 30 ottobre, poi, i giudici d’appello, accogliendo l’istanza dei legali Fabio Federico e Maria Cristina Zanni, hanno disposto la scarcerazione. Prima dell’udienza la Procura generale dovrà depositare l’intervento scritto nel quale indicherà se intende richiedere l’estradizione. Per ora Marogna ha solo l’obbligo di firma con divieto di espatrio (ha dovuto consegnare il passaporto). Nell’ordinanza con cui l’avevano scarcerata i giudici (Matacchioni-Arnaldi-Siccardi) avevano spiegato che la sua consegna dall’Italia al Vaticano non è per nulla scontata, anche perché i legali hanno sollevato una questione centrale.

I difensori hanno sostenuto che Marogna, accusata dalla magistratura d’Oltretevere di peculato e appropriazione indebita aggravata, non poteva essere arrestata “dato che l’accordo tra Italia e Vaticano”, basato sui Patti Lateranensi, “consente l’estradizione dal Vaticano all’Italia”, ma non viceversa. I promotori di giustizia del Vaticano in un atto del 19 ottobre hanno chiarito che, sebbene “non sussistano accordi bilaterali specifici” tra Italia e Santa Sede, entrambi gli stati “hanno aderito alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione”. La 39enne è accusata di aver usato, “cospirando con altri individui”, parte del mezzo milione di euro ricevuti per operazioni segrete umanitarie in Asia e Africa anche per l’acquisto di borsette e altri beni di lusso.

LEGGI ANCHE: Caso Becciu, la difesa di Marogna: “Soldi servivano per liberazione suora”

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share