Il processo in Vaticano continua, e non mancano le sorprese. Con una lettera del 24 luglio 2021, la stessa data in cui venne registrata la telefonata col Pontefice, è emerso che Angelo Becciu chiese a Papa Francesco di firmargli due dichiarazioni essendo “accusato dai magistrati di aver imbrogliato Lei sia per la vicenda della suora colombiana sequestrata in Mali, sia per la proposta di acquisto del palazzo di Londra che le presentai a nome di un fondo americano”. Alla lettera allegò anche due dichiarazioni con la richiesta al papa di firmarle, cosa che però il Pontefice si rifiutò di fare. Il carteggio è stato letto oggi nell’aula del processo del promotore di giustizia Alessandro Diddi, riferendo di averlo ottenuto con la “Suprema autorità”.
Nonostante l’opposizione delle difese, il carteggio è stato ammesso dal tribunale, presieduto da Giuseppe Pignatone. Il Papa, nella sua risposta via lettera del 26 luglio 2021 – vigilia dell’inizio del processo – sperava di “aver chiarito la mia posizione negativa sulle dichiarazioni che intende farmi sottoscrivere” sulla proprietà immobiliare londinese. “Evidentemente sono stato frainteso – continua Papa Francesco -. La proposta mi parve subito strana per i contenuti, le forme e i tempi scelti e la mia originaria perplessità si rafforzò ulteriormente quando compresi che l’iniziativa andava a interferire con le indagini dell’Ufficio del promotore di giustizia”.