Avvocato positivo, moglie-collega no: allerta coronavirus, paura in tribunale

Un avvocato di Cagliari è ricoverato in terapia intensiva per il coronavirus. Al tampone non è invece risultata positiva la moglie e collega, a differenza di quanto si era diffuso inizialmente. Immediato l’avviso diramato dall’Ordine professionale che ha invitato i legali del foro del capoluogo a prestare attenzione a eventuali sintomi influenzali e a contattare, se del caso, il numero verde regionale.

All’origine del contagio ancora una volta ci potrebbe essere la scarsa attenzione alla pandemia e la sottovalutazione del rischio: pare che il professionista abbia contratto il virus dal figlio arrivato dal nord Italia. Un’ipotesi che non può essere esclusa. L’Ordine degli avvocati, per il tramite degli esperti, ha stabilito che il legale risultato positivo ha frequentato il tribunale sino al 6 marzo. Giorno ultimo a partire dal quale potrebbe essere avvenuto il contagio: la malattia si sviluppa di norma nei successivi quindici.

Alle 23,23 Sardinia Post ha ricevuto dall’avvocato Francesco Marongiu una diffida da parte delle persone coinvolte, tuttavia mai menzionate nell’articolo al pari delle circostanze comunicate dal legale e che riportiamo per completezza di informazione. “Il figlio – si legge – è rientrato da Milano in data 1° marzo, quando ancora non vigeva alcun obbligo di comunicazione. Ciò nonostante ha provveduto nell’immediatezza ad avvisare il medico di base e si è messo immediatamente in quarantena volontaria. Ha poi provveduto a fare l’autodenuncia subito dopo l’emissione dell’ordinanza regionale. Non esce né è mai uscito di casa dal 1° marzo ed ha osservato l’isolamento all’interno della sua abitazione”.

Quanto al professionista risultato positivo e alla consorte-collega, è scritto: “L’avvocato e la moglie hanno osservato la quarantena volontaria dal 7 marzo”. Ovvero, nei giorni dal 2 al 6, tra l’arrivo del figlio e l’inizio dell’isolamento domiciliare, hanno lasciato la propria abitazione, si evince. Un’informazione, quest’ultima, che combacia perfettamente con i dettagli forniti dall’Ordine degli avvocati nella nota diffusa agli iscritti e riportata nell’articolo, proprio per limitare il rischio di ulteriori contagi. Si legge: “Invitiamo tutti coloro i quali hanno frequentato il Palazzo di giusitizia dal 2 al 6 marzo, a contattare le autorità preposte, nel caso in cui dovessero manifestare una sintomatologia sospetta”.

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