Artigiani in via d’estinzione nell’Isola. In quattro anni chiuse 3200 aziende

Neppure i piccoli sopravvivono alla crisi in Sardegna. Sono 3200 le aziende hanno chiuso i battenti in quattro anni, 1045 in meno nel solo 2012. Nel quadriennio si registrano 6mila addetti in meno. E passa in un anno, dal 48 al 60 per cento, la percentuale delle imprese che vedono ridursi il fatturato, gli ordinativi, i ricavi. E’ la fotografia del 4/o Rapporto congiunturale sulle imprese artigiane della Sardegna presentato questa mattina a Cagliari dalla Cna. Un quadro a tinte fosche, accentuato dalla stretta sul credito: nell’ultimo anno passa dall’1,4 al 15 per cento la percentuale delle imprese che vedono rifiutarsi il finanziamento, dal 15 al 30 per cento quelle che subiscono richieste di rientro.

“Il rapporto fotografa una condizione di disagio estrema del sistema delle imprese artigiane – ha sottolineato Francesco Porcu, segretario regionale Confartigianato – indaghiamo un campione di 700 imprese rappresentative e i dati sono preoccupanti. Gli indici sono tutti in crescita e al ribasso. In un anno sale dal 48 al 60 per cento la percentuale delle imprese che vedono ridursi il fatturato, gli ordinativi, i ricavi”. Diminuisce anche il numero di imprese che prevede di espandersi, il 33 per cento nel 2009, 28 nel 2010, 19 nel 2012.

La stoccata alla Finanziaria regionale. La Cna lancia un appello alla politica e mette sotto accusa la Finanziaria regionale. ” E’ deludente ed inefficace e dal profilo assistenzialistico – afferma Porcu – strizza l’occhio alla disperazione sociale, ma non è in grado di svolgere alcuna funzione anticrisi”. Temi al centro della tavola rotonda dal titolo “Nell’emergenza della crisi. Dalla manovra di bilancio alle cose da fare adesso”, alla quale hanno partecipato l’assessore regionale del Turismo, Artigianato e Commercio Luigi Crisponi, il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Giampaolo Diana, il presidente regionale dell’Anci Cristiano Erriu e il segretario regionale della Cgil Enzo Costa.

Il caso Sardegna. “C’è un ‘caso Sardegna’ anche sul fronte dell’artigianato stretto nella morsa della crisi”. E’ la denuncia del segretario regionale della Cna, Francesco Porcu. “Il settore non gode di adeguate politiche di sostegno a fronte di un volume di affari di circa 6,8 miliardi“, ha detto durante il confronto. “Serve una svolta e correzioni profonde alla manovra di bilancio – ha aggiunto Porcu – non bastano fantasie come il sardex a restituire respiro all’economia sarda dove una impresa su tre nell’ultimo anno è fallita per via dei crediti che vanta nei confronti dello stato. Accettiamo anche accettare l’idea di uno Stato povero, ma galantuomo, gli impegni devono essere rispettati”.

Dal canto suo l’assessore Crisponi ha osservato: “Non ho dubbi nel dire che si tratta di una Finanziaria avara col sistema delle imprese. Bisogna individuare risorse utili e capaci a restituire serenità ed energia al comparto”. Lancia una bordata alla Regione anche Enzo Costa: “Una Regione che continua a proclamare politiche che parlano di auto impresa e basta in risposta alla disoccupazione giovanile è una Regione o che non capisce nulla di economia o cerca di lanciare messaggi che saranno più mediatici che pratici”. Per Giampaolo Diana, “siamo di fronte a una Finanziaria dal profilo elettoralistico e demagogico che va modificata e lo faremo con le parti sociali e in aula”. Il presidente dell’Anci Erriu ha evidenziato la difficoltà dei Comuni nel mantenimento dei servizi. “Le risorse messe a disposizione dalla Regione non devono essere virtuali. I Comuni devono essere messi in condizione di gestire i servizi con risorse certe”, ha concluso.

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