Un secco ‘no’ all’istituzione dell’Area marina protetta Golfo di Orosei-Capo Monte Santu arriva dai pescatori in quanto porterebbe “all’ennesima sottrazione di aree di pesca nella costa e questo significherebbe la morte certa del settore, dove operano 230 imbarcazioni e lavorano 500 operatori”. L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), su incarico del ministero dell’Ambiente, ha avviato l’iter per la costituzione dell’Area marina protetta. Sulla decisione sono intervenuti, in un incontro a Tortolì, Renato Murgia dell’associazione Armatori Sardegna, Roberto Savarino della Confcooperative – Fedagripesca e Mauro Steri della Legacoop.
“È una costa con fondali abissali e quindi non utilizzabili – spiegano le organizzazioni sindacali -. A nord e a sud poi ci sono le restrizioni dell’Area marina protetta di Tavolara-Capo Coda Cavallo (nord) e del poligono di Quirra (sud). Le aree di pesca sono rimaste pochissime. Come capita in altre realtà il rischio concreto è che una volta istituita l’Area marina la voce del pescatore non venga ascoltata e che gli vengano fatte subire passivamente le regole imposte dall’alto. La perdita di un’attività antica come la pesca – concludono – avrebbe risvolti economici, sociali e culturali negativi in quel tratto di costa”. (Foto d’archivio)