Nell’incontro si sarebbe dovuta sciogliere l’intricata questione dell’accordo quadro. Un accordo che, nelle intenzioni, dovrebbe collegare la posizione dei dipendenti di queste imprese a quella dei dipendenti diretti, a partire dal presupposto che anch’essi hanno sempre lavorato all’interno della fabbrica e sono stati parte del ciclo produttivo.
Il presidente della provincia di Carbonia Iglesias Tore Cherchi ha definito “ottimo” e perfetto anche “sul piano formale” l’accordo. Ma a quanto pare c’è un problema, secondo voci che circolano all’assessoraaro regionale e sono giunte ai sindacati. E riguarda un aspetto decisivo: la possibilità di recuperare le risorse economiche per metterlo in atto. L’incontro di ieri sarebbe saltato proprio per questa ragione.
Ma non è, purtroppo, la sola cattiva notizia. In centinaia di famiglie cresce l’apprensione. Tutto appare indefinito. Anche la rete di imprese Fenix è in attesa di notizie sullo sblocco di quei lavori immediatamente realizzabili, come per esempio le bonifiche all’interno dello stabilimento di alluminio, che permetterebbero di avere i fondi per finanziare la cassa integrazione per i dipendenti e di far lavorare a rotazione gli operai.
Nel frattempo il presidio alla miniera di Serbariu continua a oltranza e andrà avanti, ha dichiarato il rappresentante dei lavoratori Manolo Mureddu, “finchè non ci saranno notizie certe sul nostro futuro”. Una protesta durissima, che sta mettendo a dura prova la stessa tenuta fisica dei lavoratori che si sono barricati in un cunicolo della miniera.
Carlo Martinelli