Anna Destefanis, un Master and back nel teatro per scoprire che diavolo è la felicità

Codice Ivan è una compagnia di teatro contemporaneo innovativa che in questi giorni si trova in Sardegna. Formatasi nel 2008 dall’incontro di Anna Destefanis (di Sassari), Leonardo Mazzi (fiorentino) e Benno Steinegger (di Bolzano), è presente per la prima volta nel cartellone del ‘Pantheon Eventi’ di Orani. Oggi sarà a Cagliari al Palco Festival del Teatro Auditorium comunale nel quartiere di Marina.

Lo spettacolo What the Hell is Happiness (Che diavolo è la felicità?) porta in scena il tentativo di rispondere al malessere di vivere, in un mondo continuamente costretto a decidere tra il denaro e le complicazioni che una vita agiata comporta. Sintesi di un esistenzialismo a tratti dirompente, composto dall’assemblaggio di vari linguaggi del corpo, verbale, musicale, testuale e visivo.

La domanda centrale si muove all’interno di una scena in cui il teatro diventa uno spazio in continuo divenire, vivo e attivo. In realtà proprio nel movimento è il tentativo di risposta alla felicità. Una ricerca a tappe all’inseguimento della domanda precisa da porre, non della risposta da dare.

Nel 2009 i Codice Ivan producono il loro primo spettacolo Pink, Me & The Roses, con cui vincono il Premio Scenario, un importante riconoscimento nel panorama del teatro contemporaneo, che permette loro l’avvio del progetto che ora li porta a girare tra la Cina, il Belgio, la Francia e la Germania. Molte le produzioni e gli impegni di questa giovane compagnia teatrale che esplora i linguaggi della creatività e delle arti performative.

Interessante l’esperienza fatta da questa giovane sarda, Anna Destefanis. Si è formata a Firenze con Eugenio Barba a Firenze, una delle figure di spicco del teatro mondiale contemporaneo, vincitore del prestigioso Premio Sonning. Si è poi perfezionata a Londra tramite il ‘Master and Back’, presso il prestigioso Goldsmiths College, il cui dipartimento delle arti è considerato uno dei migliori al mondo. Opera in tutta Italia e non solo, lavora in Sardegna tramite il percorso di ‘rientro’ del programma ‘Master and back’. E’ uno rari  felici casi di rientro nell’Isola, ma dichiara: “Sto cercando un posto dove continuare a crescere e dove mettere radici. Se lo trovo in Sardegna resto. Eppure fa rabbia capire che tutta l’Italia è un paese che sembra poter fare a meno della cultura. Nonostante nel ‘nostro percorso’ abbiamo avuto dei riconoscimenti, ancora manca però quello professionale, quello cioè che ti che permette di vivere una vita economicamente dignitosa, continuando a fare quello che fai e che ami. All’estero, in Belgio o in Germania, non è così. Festival, laboratori, residenze, progetti sono occasioni per imparare e per capire in quale direzione si muove la tua ricerca. In uno scambio e confronto costanti tra professionisti”.

Davide Fara

 

 

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