Amministratrice di sostegno deruba 40 persone: 620mila euro per comprare Rolex e borse griffate

Manuel Scordo

Con i soldi delle 40 persone che doveva gestire, visto che era stata nominata dal giudice come amministratrice di sostegno, ha comprato Rolex, borse griffate arrivando anche a ristrutturarsi casa, riuscendo dal 2012 al 2020 ad appropriarsi illegalmente di 620mila euro. Lo hanno scoperto i militari della Guardia di finanza del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Cagliari, controllando le attività di una amministratrice di sostegno, un’avvocata 50enne cagliaritana. Alla donna, indagata per peculato e di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale, sono stati sequestrati beni per 620mila euro.

Le indagini sono scattate dopo la segnalazione da parte dei familiari di una delle 40 vittime, tutte persone che abitano a Cagliari e nell’hinterland, che si erano accorte di strani ammanchi nei conti del proprio caro.

I militari della sezione di Polizia giudiziaria e i colleghi del Nucleo di Polizia Economica e finanziaria hanno acquisito la documentazione bancaria sia delle vittime che dell’indagata, riscontrando “operazioni bancarie sospette sia con riferimento ai beneficiari, che si ripetevano continuamente – spiegano dalla Fiamme gialle – , sia con riferimento alle causali che apparivano non attinenti alla gestione degli amministrati. Le stesse, grazie al riscontro effettuato sui singoli Iban di destinazione, hanno consentito di risalire agli effettivi beneficiari delle operazioni e quindi di tracciare l’effettiva destinazione delle somme di danaro in uscita dai conti degli amministrati”.

Secondo quanto emerso dalle indagini, l’amministratrice di sostegno avrebbe indotto in errore il Giudice producendo e presentando documenti falsi per chiedere e ottenere l’uso di ingenti somme di denaro, per effettuare operazioni per gli assistiti che in realtà poi non servivano e non eseguiva. In alcuni casi avrebbe anche omesso informazioni utili a comprendere cosa stava accadendo.

La 50enne effettuava quasi sempre pagamenti e operazioni tramite l’home banking, non sono però mancati i prelievi di contante effettuati senza giustificazione: “In tal modo, nel corso degli anni, l’indagata avrebbe utilizzato i depositi dei propri assistiti per alimentare due suoi conti correnti – spiegano dalla Guardia di finanza -, acquistare beni voluttuari di lusso, saldare prestazioni d’opera o acquistare beni relativi alla ristrutturazione del suo immobile, estinguere proprie posizioni debitorie, ricaricare una carta di credito utilizzata per le sue spese personali e saldare, attraverso pagamenti F24, tributi vari personali o riconducibili a suoi congiunti”.

Manuel Scordo

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