Non ci sarà il cambio di sede per il maxi processo sulla tragica alluvione del 18 novembre 2013 che vede sul banco degli imputati a Nuoro 61 persone tra amministratori e dirigenti di enti pubblici, accusati a vario titolo di omicidio colposo e disastro colposo. Il tribunale di Nuoro ha risposto con il potenziamento dell’aula alla richiesta avanzata nell’udienza scorsa dall’avvocato Francesco Lai, difensore di uno degli imputati, di una “sistemazione congrua per consentire a tutte le parti di difendersi in maniera adeguata”.
Il processo resterà nell’aula al terzo piano del Palazzo di giustizia, dove sono state aggiunte panche e sedie, ma non è escluso che venga trovata una soluzione diversa più avanti. Davanti al giudice monocratico Giorgio Cannas, oggi il processo è entrato nel vivo e sono stati sentiti tre testi dell’accusa, rappresentata dalle Pm Ilaria Bradamante e Emanuela Porcu: Giorgio Onorato Cicalò, Francesco Tola e Simone Canè. L’esame dei testi proseguirà nella prossima udienza del 26 novembre.
I 61 imputati devono rispondere a vario titolo di omicidio colposo e disastro colposo per il crollo del ponte di Oloè, sulla provinciale Oliena-Dorgali, in cui morì il poliziotto Luca Tanzi; l’esondazione della diga Maccheronis, a Torpé, che intrappolò in casa, uccidendola, l’anziana Maria Frigiolini e il cedimento del ponte sul rio Sologo a Galtellì. Nei tre filoni di indagine sono imputati dirigenti e amministratori di enti locali e rappresentanti di imprese private, tra questi l’ex presidente della Provincia di Nuoro Roberto Deriu, l’allora comandante provinciale della Forestale Gavino Diana e l’ex direttore generale Carlo Masnata, gli ex assessori provinciali Franco Corosu e Paolo Porcu, il responsabile della Protezione civile Paolo Marras, i dirigenti Antonio Gaddeo, Mario Viola, Giovanni Deiana, Giovanni Pirisi, Maria Lucia Fraghì e Sebastiano Bussalai.