Sarà il tribunale del Riesame a decidere nei prossimi giorni se Lukas Saba, il 18enne di Alghero accusato dell’omicidio del suo amico e coetaneo Alberto Melone, debba attendere in carcere l’inizio del processo per il delitto commesso la sera del 5 aprile in un appartamento a sua disposizione in piazza del Teatro. Oggi il suo legale, l’avvocato Gabriele Satta, ha presentato ai giudici la richiesta della misura cautelare agli arresti domiciliari, sulla quale una settimana fa si era già espresso negativamente il giudice per le indagini preliminari Antonello Spanu, ritenendo opportuno che il ragazzo riflettesse sulla gravità del suo gesto in una cella del carcere di Bancali, a Sassari.
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Davanti al gip il reo confesso, in lacrime, aveva spiegato che si era trattato di un tragico incidente. “Eravamo seduti intorno al tavolo della cucina e stavamo bevendo – aveva raccontato Lukas – stavamo giocando a puntarci la pistola, poi è partito il colpo, ma io pensavo che fosse scarica”. Il proiettile esploso dalla Derringer calibro 22 che il 18enne aveva sottratto al padre, partito da mezzo metro di distanza con una traiettoria dall’alto verso il basso, aveva perforato lo sterno, la trachea e l’esofago della vittima e si era fermato nell’aorta: per Alberto Melone non ci fu nulla da fare.