Oltre duecento dipendenti dell’Aias hanno manifestato questa mattina sotto il palazzo della Regione in viale Trento a Cagliari. Una protesta già pianificata ma che, dopo la richiesta di fallimento avanzata dalla Procura di Cagliari, per i debiti accumulati con i dipendenti, assume i contorni dell’ultima spiaggia. Infatti, i millecinquecento lavoratori che hanno dodici mesi di stipendio arretrati hanno la sensazione di essere a un passo dal baratro. L’appello alla Regione è che si faccia carico della situazione e trovi una soluzione: “Dopo l’intervento della Procura – spiega la segretaria della Uil Fpl, Fulvia Murru – il problema è diventato ancora più serio. La Giunta e il governatore non possono far finta che la questione non esista”.
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Secondo la sindacalista, l’Aias “non è più in grado di garantire i servizi perché non ha più capienza economica”. Oltre ai dodici stipendi, infatti, i lavoratori devono ricevere quattro ‘bonus Renzi’ non pagati e due tredicesime: “Noi siamo per internalizzare verso il pubblico la gran parte dei servizi, una società pubblico privata che garantisca l’assistenza alla parte debole dei cittadini”, suggerisce Fulvia Murru, ricordando che le prestazioni erogate attualmente sono cinquemila.
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Davide Paderi (Fp Cisl) ricorda che “son due anni che diciamo che il sistema Aias non regge, oggi abbiamo due temi di impatto sociale importanti: il primo è che ogni giorno oltre 3.500 persone usufruiscono dei servizi Aias; il secondo, che le famiglie dei lavoratori non sanno cosa sta per succedere loro”. Roberta Gessa (Fp Cgil) sottolinea che “i dipendenti hanno diritto a una vita dignitosa” e ribadisce che con la richiesta di fallimento “sono a rischio anche i servizi di cui da anni chiediamo che siano spacchettati”. In giornata i sindacati incontreranno la direttrice generale della presidenza della Regione, Silvia Curto.