“Per tutti quelli che pensavano di avere visto tutto in termini di manovre inadeguate alle reali esigenze della salute, c’è una amara sorpresa, è possibile fare di peggio: è possibile affrontare una pandemia con tempistiche di reazione da assonnato ufficio di periferia; è possibile sottovalutare la sicurezza degli operatori e della popolazione occupandosi, quasi a tempo perso, di reperire e organizzare professionisti, spazi e mezzi. È possibile affossare le voci eventuali di dissenso con dictat di silenzio. È possibile andare in televisione per rassicurare colpevolmente operatori e popolazione non al fine di prendere tempo per porre rimedio ai propri ritardi ma solo per occultare le proprie mancanze e inefficienze”. Hano scritto così, in un comunicato lungo e durissimo, i medici e i veterinari della Sardegna sull’emergenza coronavirus e la gestione da parte della Regione.
Il documento è stato firmato ancora una volta dai sindacati Anaao Assomed; Aaroi Emac; Fvm. È il secondo comunicato della giornata, dopo quello di questa mattina col quale i medici hanno chiesto alla Regione “immediato ritiro della delibera 13/24“, quella che fissa le norme di protezione negli ospedali. Ma per i sindacati “non vengono rispettate le garanzie minime richiesta dalla testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro”.
“Lo scenario – prosegue la nota – va essenzialmente inquadrato in un contesto di assenza pressochè totale di
programmazione e di poco chiara visione politica di quello che si vuole fare e per ottenere cosa. O meglio, esisterebbe, forse, una programmazione, ma la politica non vuole condividerla neanche con chi, lavorando sul campo, potrebbe contribuire a migliorarla, ad adeguarla alla realtà della nostra regione. Ospedali, reparti e popolazione già ridotti in sofferenza per effetto delle precedenti riforme, si trovano ora a soccombere sotto l’impeto di una infezione che non ha rispetto dei tempi assonnati della nostra politica, non ha rispetto delle mirabolanti e irresponsabili trovate del genio italico dell’ultim’ora: questo virus uccide!”.
Segue uan richiesta, alla luce di quanto sta accadendo in Sardegna, dove c’è una percentuale record di medici, infermieri e Oss che hanno contratto il virus. Ieri erano il 50 per cento, su 206; con numeri aggiornati la Regione non ha ancora fornito il nuovo dato. “Gli operatori sanitari – continuano i tre sindacati – chiedono provvedimenti necessari e seri per la loro sicurezza, per i loro pazienti ed anche per i loro cari. Non possiamo più accettare di essere utilizzati dalla politica di turno confusa e autoreferenziale, semplicemente come carne da macello da mandare al fronte a mani nude o con scarpe di cartone. Siamo tutti a disposizione per dare una mano, vogliamo essere ascoltati e protetti ma, soprattutto, organizzati da tecnici di comprovata esperienza in materia di management sanitario e medicina delle catastrofi”.