La strada di Uliano

Qualunque sia il nostro viaggio è sulla strada che dobbiamo farlo. Se non vogliamo morire naufraghi nel nostro sicuro porto domestico dobbiamo uscire dalle case e metterci in cammino su quella strada dove tutto succede, dove passa la storia. Teatro di tutti gli avvenimenti, madre di tutte le rivolte, di tutte le ingiustizie, di tutte le passioni la strada ci stana dal nostro nascondiglio e ci mette di fronte alla vita.

E la strada, per Uliano Lucas, non poteva che essere semplicemente l’unico luogo possibile dove gettare il suo sguardo attento alle storie e alla storia. Fotoreporter di grande impegno civile ha passato la vita a raccontare la quotidianità e la straordinarietà degli eventi dal solo palcoscenico possibile: le strade del mondo dove la vita e la morte si inseguono e si intrecciano.

arengario-2016-lucas-per-stEsce in questi giorni PER STRADA, Vintages di Uliano Lucas 1960-1976 stampato da Edizioni dell’Arengario. Il catalogo, curato da Tatiana Agliani con una nota di Paolo Tonini, raccoglie oltre 120 immagini del grande fotografo scattate sulle strade del mondo, con schede dettagliate delle stampe d’epoca, testi e commenti dell’autore. Un viaggio in cui Uliano ci conduce per mano in angoli dimenticati della storia.

La Milano e la sua cintura di sobborghi, ribollente calderone di cultura, di utopie, di inarrestabili trasformazioni sociali e, insieme a Torino, Bergamo, Pordenone meta di una dolente emigrazione con il miraggio delle grandi fabbriche. Poi le proteste studentesche e operaie, quel formidabile, controverso, scomodo ’68 che oggi in molti si affrettano a ripudiare per archiviarlo nelle cantine della nostra memoria. I grandi reportage con l’occhio attento agli ultimi, le rivoluzioni e le guerre civili: Portogallo, Angola, Eritrea, Jugoslavia. E ancora storie da tutte le parti del mondo.

Il viaggio di Uliano racconta di come eravamo per capire dove vogliamo andare, di una strada i cui scenari, a cinquant’anni di distanza, si somigliano tremendamente, in una giostra che è la ruota ricorrente della storia. Dove i vecchi migranti diventano i nuovi intolleranti, dove gli ultimi restano sempre ultimi, dove vecchi e nuovi sogni di riscatto si infrangono sul duro selciato della strada. Con una visione sempre nitida e schierata perché “L’informazione non può essere neutrale. Dev’essere di parte. Deve essere la tua parte personale in un discorso a cui devono rispondere gli altri. Se vogliono”.

Enrico Pinna

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