Gli studenti che finiscono le scuole superiori, e che si trovano a dover decidere in fretta se continuare gli studi iscrivendosi all’università o andando subito a cercare un lavoro, a volte, anzi spesso, quando possono, scelgono una terza opzione: un anno sabbatico. Probabilmente fanno questa scelta perché non trovano il punto che unisce il loro percorso di formazione e il mondo del lavoro, ma di certo la fanno perché temono di prendere una decisione sbagliata. Allora si danno del tempo. E molti di quelli che fanno questa scelta ricorrono all’esperienza del gap year.
Il gap year è un anno dedicato alle esperienze in giro per il mondo, un’esperienza di vita unica e importante che serve ad arricchire lo spirito e ad aprire la mente in attesa di fare chiarezza su quale strada intraprendere dopo il liceo.
Molte sono le opportunità offerte dal gap year: dalla formula dell’au-pair dove una famiglia ospitante di un altro Paese del mondo ti offre vitto e alloggio in cambio di babysitting e houseworking, al volontariato nei paesi del cosiddetto Terzo Mondo.
Questa scelta, la scelta di andare in luoghi poverissimi, non è per tutti. E’ solo per chi è capace di rinunciare alle comodità della vita ed è disposto a mettere da parte l’egoismo per mettersi al servizio degli altri, molto spesso in situazioni estreme.
Insomma, quello che voglio dirvi è che sono migliaia gli studenti che vanno all’estero per perfezionare una lingua straniera, per arricchire il proprio curriculum, e anche per avere una marcia in più per poter affrontare il mondo del lavoro quando torneranno in Italia.
E solo questo volevo dirvi, perché mi sembra importante averlo presente. Volevo dirvelo dopo un periodo in cui non mi sono fatta sentire con la consueta frequenza, Ho avuto giornate difficili, ma tornerò più forte di prima e continuarò a scrivervi.
Con tanto affetto
Ilaria