Scuole: genitori e bambini presi in giro dalla Regione

Riceviamo e pubblichiamo un intervento sul contestato piano di dimensionamento scolastico regionale firmato dai Genitori della Scuola Manno-Cima-Conservatorio e dal Comitato Genitori Scuola Sant’Alenixedda di Cagliari.  

Le sentenze del TAR, del 5 e del 6 agosto, che accoglievano il ricorso contro la soppressione della scuola Manno-Cima- Conservatorio e l’accorpamento della scuola elementare S. Alenixedda ad altra istituzione, nei fatti non sono state accolte dalla RAS e dall’USR.

Martedì scorso, l’assessore Milia, incontrando una rappresentanza di genitori e insegnanti delle scuole S. Alenixedda e Manno-Cima, che avevano vinto il ricorso al TAR in quanto parti in causa contro il dimensionamento scolastico, assicurava che la Regione non avrebbe presentato ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR. Inoltre chiedeva 24 ore di tempo prima di rendere pubblica alla stampa la decisione perché il giorno stesso doveva esaminare una proposta risolutoria avanzata dal dottor Feliziani, vice direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale.

Invece la sera stessa l’USR emetteva una nota in cui è prescritta l’attuazione del piano di dimensionamento secondo la prima delibera RAS n. 12/9 del 05.03.13, secondo quella successiva del 14/05/2013, che in parte la modifica (vedi situazione del D’Arborea a cui era stato sottratto il liceo Scienze Umane), e secondo quella del 27/06/2013 che conferma definitivamente la Delibera n. 12/9. Ciò significa che non si vuol cambiare assolutamente nulla del contestato sconvolgimento delle nostre scuole, rigettando le famiglie nell’angoscia e creando sconcerto davanti al misconoscimento della sentenza del TAR.

Deludente, e persino offensiva, è stata la disponibilità assicurata dell’ass. Milia, che da scafato politico in vista di elezioni, ha recitato il ruolo del super partes. Che succedeva in realtà?

Si fanno delle ipotesi: nel caso l’assessore sapesse quali passi avrebbe compiuto l’USR, si sarebbe preso gioco di noi.
Nel caso non sapesse come veniva applicato il suo orientamento espresso pubblicamente, ci sembra altrettanto grave.

Una cosa sembra certa: che, all’indomani delle sentenze del TAR che hanno accolto il ricorso delle nostre scuole, chi avrebbe dovuto recepirle ed applicarle le ha ignorate fino a questi ultimi giorni d’agosto, quando molti sono ancora in vacanza e le possibilità di reazione per le famiglie sono ridotte al nulla. Intanto il nuovo anno scolastico incombe: inizia il 2 settembre con la presa di servizio e la programmazione per i docenti, il 16 con l’ingresso degli alunni.

Il gioco perpetrato dai nostri amministratori appare chiaro: allungando i tempi di risposta alle sentenze, sarà sempre più difficile far tornare indietro la macchina scolastica.

Ricordiamo però che non stiamo parlando del funzionamento di automi, stiamo parlando si esseri umani, bambini, ragazzini, madri, padri, insegnanti, collaboratori scolastici; di relazioni umane complesse, del lavoro svolto per portare avanti progetti educativi, prendere in carico difficoltà e sofferenze che non si possono alleviare nel giro di un anno scolastico, di competenze professionali e umane messe in sinergia per offrire programmi, attività didattiche e formative finalizzate all’utenza specifica dei nostri istituti; non si tiene conto dell’importanza di sentimenti come accettazione, fiducia e serenità con cui gli adulti e i bambini hanno diritto di lavorare a scuola. È sempre più evidente come per i nostri governi nella nostra società, oggi lo confermiamo nella nostra dimensione regionale, la scuola sia diventata solo un ambito su cui fare economia e perpetuare i giochi di potere.

Chi vi agisce ogni giorno (alunni, insegnanti, genitori), chi la fa funzionare impiegando risorse fisiche, mentali, materiali, finanziarie, affettive, (chi non lo prova non lo può immaginare) può solo esser preso in giro e chinare la testa?

Per questa vergognosa situazione il Presidente e i genitori del Consiglio di Istituto della Manno-Cima-Conservatorio, che hanno combattuto e si sono quotati con tanti altri genitori, per attuare il ricorso al TAR verso l’ingiusta disgregazione della propria scuola, e di fatto ritengono ancora esistente la propria istituzione scolastica, come infatti ha affermato il TAR nelle predette sentenze, non hanno partecipato in segno di protesta all’ultima riunione del Consiglio d’Istituto prevista per il 31.08.13, in cui praticamente si sarebbe dovuta attuare la liquidazione della propria scuola, riservandosi altre azioni contro l’arroganza dei politici e delle relative istituzioni, che continuano a giocare e lucrare sulla testa di genitori, bambini e ragazzini, insegnanti anche in considerazione delle prossime scadenze elettorali di febbraio 2014 (elezioni regionali). Dal canto loro i genitori del S. Alenixedda hanno incaricato il loro avvocato che ha già inviato la diffida ad adempiere alle amministrazioni competenti, invitandole ad eseguire subito la sentenza, nella speranza che non siano necessarie altre azioni legali.

Genitori della Scuola Manno-Cima-Conservatorio
Comitato Genitori Scuola Sant’Alenixedda

 

 

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share