Sardos pro Israele: “Indegna gazzarra a Cagliari dell’Associazione pro-Palestina”

l’Associazione Chenàbura-Sardos pro Israele, componente della Federazione delle Associazioni di amicizia Italia Israele, protesta vivamente per l’indegna gazzarra messa in atto da esponenti e simpatizzanti dell’Associazione Sardegna Palestina durante la manifestazione cagliaritana del 25 aprile.

Comportandosi come eredi del Gran Muftì di Gerusalemme amico di Hitler e delle SS islamiche, che terrorizzarono l’Europa macchiandosi di orrendi crimini, pretendevano che fosse ammainata la bandiera di Israele presente nella manifestazione in ricordo e memoria dei tanti caduti della Brigata ebraica che contribuirono a liberare l’Italia dal nazifascismo.
Con questo atto, i dirigenti dell’Associazione Sardegna Palestina, hanno profanato una manifestazione che intende ogni anno ricordare ed onorate tutti coloro che hanno lottato e lottano ancora contro il nazifascismo, il razzismo e l’antisemitismo in ogni tempo e in ogni luogo.

L’accanirsi contro la bandiera di Israele indica purtroppo la deriva estremista e foriera di violenza di questa organizzazione in quanto non indica una legittima per quanto non condivisibile critica alle politiche dei governi di Israele, ma una violenta negazione dell’esistenza stessa dello Stato d’Israele, il suo diritto alla pace entro suoi confini sicuri e riconosciuti internazionalmente.

Le recenti esternazioni dell’Associazione Sardegna Palestina quali l’ostracismo alla concessione della cittadinanza cagliaritana allo scrittore israeliano David Grossman, sommate agli insulti e alla violenza verbale, che solo l’intervento del comitato 25 aprile ha evitato si trasformasse in violenza fisica, contro chi sventolava pacificamente la bandiera d’Israele, hanno evidenziato l’allineamento dell’Associazione Sardegna Palestina e dei suoi dirigenti palestinesi alla politica delle organizzazioni terroriste e fondamentaliste islamiche quali Hamas e Hetzbollà che mirano alla distruzione sic et simpliciter dello Stato d’Israele ed a una seconda Shoà.
Tale deriva estremista suggella l’abbandono dell’Associazione Sardegna Palestina dell’ipotesi di soluzione del conflitto israelo-palestinese attraverso la formula di due popoli-due stati, che significa il reciproco riconoscimento e la via della trattativa pacifica e diretta garantita internazionalmente.

A tale prospettiva si allinea l’Associazione Chenàbura-Sardos pro Israele e ispira le sue attività all’amicizia fra la Sardegna e lo Stato d’Israele, unico Stato democratico della Regione, circondato da Stati autoritari, non democratici o canaglia e assassini del proprio popolo quali la Siria le cui tragedie sono presenti a tutto il mondo e sottaciute dall’Associazione Sardegna Palestina.

Le nefandezze pronunciate dai dirigenti di Sardegna Palestina nei riguardi degli amici sardi che sventolavano la bandiera d’Israele non possono cancellare il fatto che i palestinesi cittadini d’Israele siano gli unici fra gli arabi circostanti compresi i palestinesi, a vivere in uno Stato democratico, ove hanno i propri partiti ed eleggono liberamente i propri parlamentari nel Parlamento Israeliano
La recente storia italiana ed europea ha dimostrato quanto sia facile passare dalla violenza verbale a quella terroristica in quanto la violenza verbale e l’intolleranza mista al fanatismo costituiscono il brodo di coltura della violenza fisica e del terrorismo.
Azioni sconsiderate e squallide come questa verificatasi durante la manifestazione cagliaritana del 25 aprile si inscrivono nella crescita dell’antisemitismo in Europa ed in Italia e della violenza contro singoli e comunità ebraiche, i loro simboli e luoghi sacri, arrivando purtroppo spesso al versamento di sangue innocente.

Tali esternazioni sbagliate, perniciose e violente confliggono totalmente con lo spirito di ospitalità, tolleranza e democrazia del popolo sardo e costituiscono un campanello d’allarme che l’Associazione Sardegna Israele intende suonare e non sommessamente alle autorità costituite affinché vigilino con attenzione e prevengano ogni pericolo derivante da un antisemitismo per ora solo verbale e mascherato da antisionismo.

Il Presidente Mario Carboni

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