Mirasola (Comitato Balla Ca No): “Con la Riforma addio Autonomia”

Da Roberto Mirasola, del Comitato #BallaCaNo,  costituito per il No ai referendum costituzionali, riceviamo e pubblichiamo.

 

Dopo il Presidente della Giunta Pigliaru e il Presidente del consiglio Ganau, ora è la volta dell’assessore Demuro. I vertici politici della Sardegna si schierano per il SI. Dal 2001 il clima politico e culturale è cambiato e il favore verso le autonomie si è trasformato in diffidenza. Del resto le intenzioni sono abbastanza chiare con l’introduzione della ormai famosa clausola di supremazia che consente un intervento diretto del Governo a discapito delle Regioni ogniqualvolta sia chiamata in causa l’unità giuridica ed economica nonché l’interesse nazionale. Concetti come ben si comprende volutamente ampi che riconoscono un ampio margine di manovra governativo.

Sorprende dunque come emeriti Costituzionalisti non diano una lettura di insieme della riforma del titolo V ma si soffermino ad una interpretazione dei singoli passaggi di revisione. Come poter sostenere dunque con certezza che la clausola di supremazia non produca effetti sulla specialità della Sardegna ritenendola addirittura un falso problema? Come può essere al sicuro la specialità se l’ordinamento generale va verso un accentramento mortificando i territori? È davvero pensabile che una volta relegate le Regioni a statuto ordinario in una posizione puramente amministrativa, svuotate dal loro ruolo politico, le altre possano esercitare la loro specialità in completa tranquillità? Sopratutto in un contesto politico che ritiene superata la loro funzione e che già chiede fortemente la loro rimozione. Non è certo sufficiente il Senato delle Autonomie a dare opportune garanzie al riguardo.

Infatti, si dice che nel caso di leggi che riguardano le competenze regionali, il voto del Senato è obbligatorio e quindi si potrebbe pensare che quest’ultimo, di fatto, possa essere l’ultimo baluardo difensivo dei territori. I dubbi al riguardo sono tanti perché nel caso in esame la Camera dei Deputati può zittire il Senato delle Autonomie con una semplice maggioranza assoluta e non qualificata. Quindi fine della partita.

Non si comprende infine il perché si sostenga che la riforma sia volta ad abbattere i costi della politica se poi ci si dice convinti che i sindaci possano svolgere al meglio le loro funzioni di futuri senatori a patto che siano supportati da uffici efficienti. Dunque si pensa di conseguire dei risparmi con un incremento di nuovi apparati burocratici?

Consapevoli della dura lotta per l’autonomia conquistata e non regalata da nessun, pare giustificata la forte preoccupazione per il duro attacco a cui si deve far fronte e si è oltremodo sorpresi da una così semplicistica lettura da parte di chi dovrebbe invece difendere lo statuto di autonomia in vista di un nuovo statuto di poteri sovrani.

Roberto Mirasola

Comitato Balla Ca NO

 

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