Lettera aperta dalle associazioni alla Asl 8: “No all’Unità operativa fagocitata nel Servizio psichiatrico”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta dell’associazione Gap-ARCAT, sottoscritto dall’AICAT (Associazione Italiana dei Club Alcologici Territoriali “Metodo Hudolin”), nella persona del suo presidente, Marco Orsega e dallaWACAT (Associazione Mondiale dei Club Alcologici Territoriali), nella persona del Vice Presidente Aniello Baselice. Nella lettera si esprime il disaccordo con le scelte adottate dalla Asl 8 Cagliari, la quale, “pur di tenere in vita un Servizio Psichiatrico definito obsoleto e con tanto di Primariato, son riusciti, con diverse delibere ben articolate, a fagocitare (dentro il discutibile Servizio) l’Unità Operativa (droghe legali), vera eccellenza riconosciuta in campo Nazionale per il lavoro di rete su la promozione e protezione della salute di concerto con le Associazioni”.

Il testo è indirizzato a Beatrice Lorenzin – Ministro della Salute
Renato Botti – Direttore Generale Ministero della Salute; Maria Migliore – Direttore Generale della Prevenzione del Ministero della Salute
Emanuele Scafato – Direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol – CNESPS; Patrizia De Rose – Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri; Francesco Pigliaru – Governatore della Sardegna; Luigi Benedetto Arru – Ass. dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale della Reg. Sarda; Giuseppe Sechi – Direttore Generale dell’Assessorato alla Salute della Regione Sarda; Giuseppe Casti – Presidente del Consiglio delle Autonomie Locali della Sardegna; Pier Sandro Scano – Presidente ANCI Sardegna-

Ecco lo di seguito

on le scelte adottate dalla Asl 8 Cagliari, la quale, pur di tenere in vita un Servizio Psichiatrico OBSOLETO e con tanto di Primariato, son riusciti, con diverse delibere ben articolate, a FAGOCITARE (dentro il discutibile Servizio) l’Unità Operativa (droghe legali), vera eccellenza riconosciuta in campo Nazionale per il lavoro di rete su la promozione e protezione della salute di concerto con le Associazioni.

I destinatari della presente sono :

La lettera verrà inoltre trasmessa a organi di stampa Nazionali e Regionali, e postata su Gruppi
di Social Network che trattano problemi alcolcorrelati e azzardocorrelati.
Gli autori della presente nota sono: il presidente dell’ASSI.GAP Onlus (Associazione Sarda per lo
Studio e gli Interventi sul Gioco d’Azzardo Patologico) che opera con lo spirito della Prevenzione e della Promozione della Salute, formando sempre nuovi Self Helper (Facilitatori) per gruppi di auto-mutuo aiuto (Gruppi Domino)  e il Presidente de l’ARCAT Sardegna (Associazione Regionale dei Club Alcologici Territoriali “Metodo Hudolin”), che coordina in Italia l’attività dei programmi alcologici territoriali imperniati sul lavoro dei Club,comunità multifamiliari che si riconoscono nell’ l’Approccio Ecologico Sociale elaborato dal Professor Vladimir Hudolin.
Secondo tale Approccio , che si muove in sintonia con le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità(OMS), bere alcolici è un comportamento a rischio che può evolvere in danni e problemi sempre più gravi che interessano non solo chi beve ma chiunque interagisca con quest’ultimo,; danni e problemi direttamente correlati al livello di assunzione degli alcolici . Consumare bevande contenenti etanolo, sostanza classificata come cancerogena dallo IARC –OMS oltre che psicoattiva, è uno stile di vita diffuso in quanto accettato e incentivato dalla cultura sociale sanitaria generale o stile di vita delle nostre comunità ; per tale motivo un programma che si prefigga la promozione protezione della salute di tutti deve coinvolger l’intera comunità..

In tutta l’ area ASL 8 (che copre l’inera provincia di Cagliari )  per molti anni l’ARCAT (che si occupa di prevenzione e disagi correlati all’ETANOLO) e  l’ASSI.GAP Onlus (che si occupa di prevenzione e disagi correlati all’AZZARDO), ha strettamente ed efficacemente cooperato con l’Unità Operativa Semplice Dipartimentale (in seno alle Dipendenze), istituita per le dipendenze da alcol, tabacco e gioco d’azzardo ( le cosiddette droghe legali). Tale Unità nasce (e si distingue dal SerD) su richiesta delle famiglie dei Club Alcologici Territoriali e delle famiglie dei Gruppi Terapeutici per l’azzardo, e garantisce un accesso e una fruibilità dei servizi fuori dal SerD tradizionale. Nel tempo le famiglie sia con problemi alcol correlati che con problemi creati dall’azzardo si recavano presso la suddetta Unità Operativa senza imbarazzo in quanto non avvertivano alcun PREGIUDIZIO, STIGMA, ETICHETTA, come accadeva per buona parte del secolo scorso.

Tale Unità Operativa riusciva, sempre più, a spostare la soglia dei campanelli d’allarme, promuovere e tutelare la salute svolgendo un lavoro SINERGICO con le Associazioni succitate, fin quando…

Dicembre 2012 : inizia un iter a suon di Delibere Asl 8; la n° 1777 del 21/12/12 preannuncia (sotto l’ottica dell’accorpamento) il trasferimento dell’Unità Operativa Alcol-tabacco-azzardo dalle Dipendenze ad un già esistente Centro per i disturbi psichiatrici alcolcorrelati in seno al Dipartimento di Salute Mentale (che si rivolge dunque a una piccola minoranza dell’utenza con problemi alcol correlati ) andando in controtendenza con delle linee Regionali (DGR n 12 del 27/03/2007), e con gli orientamenti del Ministero della Salute recepiti nei seguenti riferimenti normativi:
Gli indirizzi per l’assistenza sociosanitaria agli alcoldipendenti sono stati definiti nell’Accordo Stato-Regioni per la “Riorganizzazione del sistema di assistenza ai tossicodipendenti” (Provvedimento 21 gennaio 1999), in cui si prevede l’implementazione di specifici interventi alcologici nell’ambito dei Dipartimenti per le Dipendenze delle Aziende USL.
La Legge 125/2001 “Legge quadro in materia di alcol e problemi alcolcorrelati” ha sancito definitivamente il ruolo di Regioni e Province Autonome per la programmazione degli interventi di prevenzione e assistenza sociosanitaria, per l’individuazione delle relative strutture di intervento e per la formazione e aggiornamento degli operatori addetti.
Contestualmente con l’Accordo Stato-Regioni del 22 novembre 2001, le attività sanitarie e sociosanitarie a favore delle persone alcoldipendenti sono state incluse nell’ambito dei livelli essenziali di assistenza (LEA), con le indicazioni del Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il quale sottolinea: “nel considerare l’argomento in questione, è necessario chiarire fin da subito che il modello organizzativo qui presentato dei Dipartimenti delle Dipendenze tiene conto di orientamenti, espressi anche a livello europeo, rivolti alla necessità di creare e mantenere un’area organizzativa specifica per questo campo all’interno delle aziende sanitarie. Questo in virtù del fatto che trattasi di una patologia specifica che necessita oltre che di una disciplina tecnico-scientifica sui generis, anche di un’organizzazione altrettanto specifica.E’ quindi da evitare, in quanto palese errore strategico ed organizzativo, l’accorpamento dei Dipartimenti delle Dipendenze nei Dipartimenti di Salute Mentale con i quali andrà comunque ricercata la collaborazione di una sinergia, ma all’interno di uno sviluppo delle attività nell’ambito dell’addiction sempre più specialistico, data l’alta complessità della materia sia da un punto di vista diagnostico, terapeutico, riabilitativo e delle gravose responsabilità derivanti anche a causa degli aspetti medicolegali correlati, sia dal punto di vista degli accertamenti tossicologici, sia dell’attività in carcere, sia nei tribunali.
Le esperienze di accorpamento tra Dipartimenti per le Dipendenze e Dipartimenti di Salute Mentale fino ad oggi portate avanti in alcuni isolati contesti, hanno dimostrato non solo l’estrema difficoltà di tale scelta organizzativa ma anche le rilevanti problematiche emerse sia nell’ambito della motivazione e del disorientamento del personale, ma soprattutto della perdita di competenze specialistiche acquisite in questi anni.
La raccomandazione chiara, quindi, è quella di dare seguito a forme organizzative del Dipartimento delle Dipendenze che prevedano una precisa autonomia e quindi responsabilità delle azioni perseguite, con una propria identità tecnico-scientifica e operativa”.(Linee di indirizzo e orientamenti organizzativi “Dipartimento delle Dipendenze”, Roma novembre 2011).
Scardinando i LEA (livelli essenziali di assistenza), vedi
Definizione dei LEA con dpcm 29 novembre 2001 alle pag;  21, 23, 37, 40, per Alcoldipendenza,
e  Decreto Balduzzi (13/09/2012 n° 158) per Aggiornamento dei LEA, dove si contemplano i disagi correlati alla pratica dell’Azzardo con la stessa offerta Sanitaria citata per Alcoldipendenza e dove mai si parla di Psichiatria. Mortificando così le linee guida dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e tanto ANACRONISMO PERFETTO.

Il Presidente ARCAT (allora Roberto Sanna) ha subito chiesto la revoca della delibera 1777; anche il nostro Presidente Nazionale (allora Aniello Baselice) ha ricordato che un servizio atto ad una minima percentuale dell’utenza poteva solo allontanare il resto dell’utenza;  lo stesso Armando Cerina, Presidente Assi.Gap manifestò le proprie preoccupazioni con il Direttore del Dipartimento Salute Mentale Dr. Augusto Contu; anche l’Onorevole Claudia Zuncheddu nell’interrogazione, in Consiglio Regionale Sardegna, n° 1065/A del marzo 2013 , manifesta una seria e viva preoccupazione per i cittadini della Provincia di Cagliari, che non dispongono più del Servizio di riferimento (U.O per le dipendenze da alcol-tabacco- gioco d’azzardo).
Non ci sono state spiegazioni se non dovute a necessità Aziendali con sfoggio di tecnicismi . E i cittadini si arrangino.
Con la Delibera 1153 (21/06/13) si dà inizio alla fase “cosiddetta” sperimentale (c’è poco da sperimentare l’alcologia dentro la psichiatria è un film già visto e se ci mettiamo dentro pure gli incomodi dovuti alla pratica dell’azzardo…). In questa fase le Associazioni hanno scritto di nuovo alla ASL 8 lamentando l’assenza del Servizio sul territorio e di come l’utenza doveva migrare a spese proprie, ma la ASL 8 va avanti imperterrita.
Con la Delibera 1296 (26/09/14) la Asl 8 pone fine alla “cosiddetta” fase sperimentale sopprimendo l’Unità Operativa (alcol-tabacco-gioco d’azzardo), che viene definitivamente assorbita dal Centro Disturbi Psichiatrici Alcolcorrelati, sostenendo che la stessa Unità Operativa non era mai stata attivata (mentre ASL 8 ha tale Unità a libro paga, vedi Relazione al Bilancio 2010 (pag 97, 184) e del 2011 (pag. 132, 135, 137, 138, 243) con tanto di utenza in carico e ben distinta. Degli anni citati non si ha traccia dell’utenza del Centro Disturbi Psichiatrici Alcolcorrelati.
Non ci sono dati reperibili su la “cosiddetta” fase sperimentale e, di certo, non è stata vista e condivisa con le Associazioni.

Nel frattempo,  nel Maggio 2014, le Associazioni iniziano una interlocuzione con l’Assessorato Regionale Sanità, il quale recepisce la ns istanza attraverso lo staff dell’Assessore Dr. Luigi Arru. A fine 2014 ci son stati pure gli incontri fra noi Associazioni con l’Assessore e, in un secondo momento, con il D.G. dell’Assessorato Dr. Giuseppe Sechi il quale ci aveva rassicurati sul ripristino della Unità Operativa per le funzioni originali. Al secondo incontro con Dr.Sechi (maggio 2015) son seguite delle indicazioni, da parte dell’Assessorato Reg. Sanità, alla Direzione Sanitaria ASL 8 (con nuovi vertici da inizio 2015) che però non si son concretizzate e lo stesso Direttore Sanitario della ASL 8 Dr. Pier Paolo Pani, ci riceve ad ottobre 2015 riferendoci che non aveva disponibilità di spostamento personale. Bisognava attendere quindi e ci indicava il Servizio Psichiatrico quale soluzione temporanea (i suoi amici o familiari non andranno mai li dentro a farsi PSICHIATRIZZARE e STIGMATIZZARE), è facile quando si tratta della pelle degli altri.
Insomma : tutto sembrava così complicato, mentre bastava una manovra in retro marcia seguendo lo stesso percorso e riportando tutto come da vigente Atto Aziendale e come al 21° secolo dove il paradigma alcoldipendenza-malattia è cosa remota.
Noi si continua l’interlocuzione con l’Assessorato Sanità e portiamo la ns questione in campo Nazionale, questa faccenda è sempre più sporca e una ASL non può vivere sotto ricatto chiudendo un servizio vitale e sputando sulla prevenzione, perchè la ASL 8 non fa più PREVENZIONE (a che serve?) semmai “cura” i malati psichici.

Sempre nel frattempo, nell’ Aprile 2015, altra interrogazione in Consiglio Regionale n° 341/A (On. Piero Comandini , primo firmatario, con altri 7 consiglieri regionali) , rivolta all’Assessore Sanità, Dr. Luigi Arru sulla mancanza incomprensibile dell’Unità Operativa (dipendenze legali) bacino ASL 8, ancora non vi è stata risposta da parte dell’Assessore.

Perché tornare indietro ad una condizione che stava stretta negli anni sessanta? L’onesto cittadino che paga le tasse, (in un momento particolare della sua vita e con i suoi familiari) si ritrova in un servizio che FA ALTRO e ti apre una cartella psichiatrica. Oggi chi ha i mezzi va altrove (e chi non li ha?), una ASL non ha nessun interesse a nascondere come gli EFFETTI INATTESI da Etanolo siano frutto di quella sostanza tossica e non di una cerchia di persone da CONFIGURARE, per forza, come SPECIE DIVERSA. Ogni organo del corpo umano è interessato da CH3 CH2 OH e i risultati si possono osservare nei Poliambulatori e Corsie Ospedaliere, quando non si muore prima.
Lo stesso vale per i disagi azzardo-correlati, una famiglia, prima di farsi medicalizzare e psichiatrizzare per forza e per mancanza del Servizio, trascina e si complica la vita o migra a proprie spese.
Una società evoluta che si batte per migliorare il benessere generale, compresi i nostri amici animali (fino ai programmi RAI quotidiani) non può tornare indietro di mezzo secolo e contribuire all’isolamento delle FAMIGLIE con un disagio da dipendenze così elementari a vantaggio di un Servizio Psichiatrico a target ristretto.

Ma l’aspetto ancor più INQUIETANTE è il SOTTOTESTO che si può leggere chiaro: questa SOSTANZA TOSSICA CH3 CH2 OH non è più tossica e riguarda solo una categoria di persone che ieri finivano a Villa Clara (in manicomio) e oggi finiscono alla New Villa Clara, la legge 125/01 è carta straccia e al paniere ISTAT, oltre al Gratta e Vinci, si può aggiungere dell’altro che ti spilla i quattrini.
Che dire???… BINGO!!! Che trovata! Questo avrebbe aperto la strada a chi, in EXPO 2015, voleva allestire il padiglione del vino a misura di bambino e la ns. Associazione Nazionale (AICAT) ha scongiurato con la diffida preventiva. O avrebbe spianato la strada a chi (e per forza) vuole promuovere il vino nelle scuole dell’obbligo (altra diffida AICAT in corso d’opera oltre al coinvolgimento del Garante per l’Infanzia).
Ma che interesse ha una ASL a nascondere ai suoi cittadini la tossicità della molecola CH3 CH2 OH o nascondere che l’AZZARDO non è un gioco? Perché voler vedere i disagi legati all’ETANOLO e AZZARDO solo sotto la lente della Psichiatria?

Questa posizione controcorrente dell’ ASL 8, oltre a trascurare prevenzione su una molecola tossica e su l’azzardo (perché riguarda solo i pazienti psichiatrici che bevono o che azzardano) contribuisce a mantenere un clima da OSCURANTISMO che non giova a nessuno.
In grande maggioranza, chi nasconde la propria dipendenza in un vino da mensa, al dopolavoro o nei circoli esclusivi non è un malato mentale ma semplicemente SODDISFA un ESIGENZA DI TRADIZIONE E CULTURA senza che nessuno gli abbia fornito CONOSCENZE E INFORMAZIONI VALIDE, SUGLI EFFETTI PER L’ORGANISMO VIVENTE, DELLA MOLECOLA IN OGGETTO. Chi inserisce monete nelle SLOT non è INFERMO di MENTE ma semplicemente rincorre delle FALSE SPERANZE. E nessuno gli ha detto che quella BICI è SENZA FRENI.

Non stiamo chiedendo niente di nuovo, è tutto scritto e lo abbiamo riscritto nella presente con riferimenti di legge e quant’altro.

Se la Sanità Sarda è per la cittadinanza Sarda, è come la pensiamo noi. Ma se la Sanità Sarda si muove in direzione diversa da come la pensiamo noi, e si basa su interessi di personaggi occulti o di lobbies politiche, ebbene, allora, non ci resta altro da fare che basare la nostra attività senza poter contare sul Servizio Pubblico.
Ma se questo accadrà, ci sembra più che doveroso che l’opinione pubblica venga messa a conoscenza di questa triste realtà.

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