E’ solo spettacolo: tenete “Open” fuori dalle polemiche politiche

A proposito dell’articolo di Giulia Clarkson “Open, successo senza rischio mentre in Sardegna lo spettacolo chiude” riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera di Antonio Giua.

Gentilissima Giulia,

Ho letto con molta attenzione il suo recente articolo apparso su Sardinia Post in relazione allo spettacolo “Open” di Daniel Ezralow. Fatte salve le prerogative di soggettiva lettura di qualsivoglia spettacolo e la libertà di espressione di un giudizio positivo ovvero negativo, mi permetta altresì di apportare alcuni appunti al suo elaborato.
  Faccio questo fuori da ogni logica aggressiva e certo di non innescare alcuna polemica. Io rispetto le sue modalità espressive e le sue capacità argomentative ma debbo necessariamente sottolineare alcune inesattezze che reputo lesive nei confronti di coloro i quali, come l’Associazione Enti Locali per lo Spettacolo, ogni giorno profonde energie e denari per offrire al pubblico quanto di meglio vi sia nel panorama della danza nazionale e internazionale.
Trovo inappropriato utilizzare lo spettacolo “Open” per inanellare una serie di interventi di natura politico – istituzionale sui quali non intendo entrare nel merito. Quello che evidenzio è che la mia organizzazione non si muove certamente in quest’ottica quando predispone un programma stagionale di danza: infatti se si avesse premura di osservare l’intero cartellone si potrebbe notare un’offerta artistica estremamente variegata e studiata per consentire al pubblico di poter godere di qualsivoglia elemento espressivo nell’ambito della danza. È fin troppo ovvio che “Open” non possa essere accostato a un classico balletto del Bolshoi, è scontato che le filosofie artistiche che sostengono le coreografie (e le scenografie) siano differenti, ma questo non significa che uno possegga maggior valore dell’altro o che uno possa fregiarsi di una presunta patente di “autentica cultura” mentre l’altro è declassato quasi alla categoria dell’avanspettacolo.
Soprattutto emerge dal Suo elaborato il cinismo degli operatori culturali, in questo caso noi, che si protendono spasmodicamente nello sforzo di compiacere l’amministratore di turno e/o la linea politica di un’istituzione, al fine di poter rastrellare finanziamenti utili a scapito della qualità. Questa è la decima edizione del Circuito Regionale della Danza in Sardegna e credo che l’Associazione Enti Locali per lo Spettacolo abbia dimostrato con fatti concreti di poter mettere a disposizione del pubblico sardo un immenso e diversificato patrimonio culturale. Non siamo alla ricerca di riconoscimenti, quelli ce li danno ogni stagione gli spettatori che sempre più numerosi riempiono i teatri, ma certamente sarebbe stata gradita una distinzione nel merito e nel metodo da tutti coloro i quali sono oggetto del suo “accuse”.
“Open” è uno spettacolo di danza, può piacere o meno come ogni altra manifestazione, come tale è stato trattato, studiato, analizzato, acquistato e proposto. Nulla di diverso da ciò che è accaduto per ogni singolo evento in programma nel 2013. Da operatore del settore culturale mi addolora leggere di un nostro spettacolo incastonato in una polemica politica. Accettiamo le critiche ma nel merito di ciò che proponiamo, della qualità di ciò che portiamo a teatro.
Probabilmente non era Sua intenzione ma l’effetto del Suo articolo è quello di fare apparire anche noi come inseguitori di prebende funzionali a strategie che ci sono estranee e che si dovrebbero ripercuotere in una programmazione slavata e mortificante per chi è “veramente artista”. Noi non abbiamo la presunzione di influenzare il gusto di nessuno: proponiamo un ventaglio di opportunità artistiche di indiscussa e comprovata qualità (anche dalle migliori recensioni internazionali). Al pubblico fare le scelte che ritiene più opportune.
Mi scuso per questa mia ma sentivo il bisogno di spendere qualche parola per la mia organizzazione e soprattutto per i colleghi e il loro straordinario lavoro.
Cordiali saluti
Antonio Giua
(Presidente Associazione Enti Locali per lo Spettacolo)

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