Cagliari, una nuova edilizia popolare con gli assegnatari impegnati nella ristrutturazione

A Cagliari esistono migliaia di persone che non si possono permettere abitazioni ai costi sanciti dal mercato. Molte di queste, per varie ragioni, non avranno l’assegnazione di case popolari in tempi brevi. Il loro numero, per via della crisi economica, è destinato ad aumentare. Sono già più di 900 le famiglie che, a Cagliari, sono in graduatorie per una casa popolare.

Esistono diversi strumenti con cui la politica può intervenire a favore di queste persone. Uno è l’autorecupero di patrimonio pubblico in disuso. Sul territorio cagliaritano insistono numerosi edifici pubblici non utilizzati e non ristrutturati perché il Comune non ha abbastanza risorse. Molti altri edifici con queste caratteristiche potrebbero passare dal demanio militare alla disponibilità del patrimonio comunale.

Bisogna mettere in relazione la necessità di case con questa disponibilità. In questa ottica l’autorecupero è un istituto vincente.

Per autorecupero si intende un processo edilizio che prevede l’affidamento dei lavori di ristrutturazione di un immobile agli stessi assegnatari, che prestano la loro opera in cantiere mettendo a disposizione un monte ore lavorativo. Il processo di ristrutturazione edilizia viene sviluppato di concerto tra le pubbliche amministrazioni interessate e gli assegnatari dell’edificio, che vi interagiscono organizzati in cooperative edilizie. La pubblica amministrazione svolge un ruolo nella fase di sviluppo della progettazione del restauro e anche nella formazione di lavoratori specializzati nell’uso delle tecnologie idonee. La partecipazione ai lavori da parte dei beneficiari consente un abbattimento dei costi economici di ristrutturazione.

L’autorecupero viene realizzato sia in alcuni paesi del nord Europa (Inghilterra, Germania, Olanda) che in alcune regioni Italiane (Emilia Romagna, Lazio).

Una amministrazione pubblica di sinistra deve mettere al centro delle proprie scelte strategiche le politiche abitative socializzanti. L’autorecupero risponde all’esigenza di evitare un ulteriore spopolamento del capoluogo, creando abitazioni dentro il perimetro urbano esistente. Esso permette, inoltre, di costruire case a basso costo, in un momento in cui sia l’amministrazione che la cittadinanza hanno sempre meno risorse.

Affrontare di petto il problema casa a Cagliari dev’essere una nostra priorità. Per questo, sul tema dell’autorecupero, ho inviato una comunicazione ufficiale al Sindaco, all’Assessore alle politiche per la casa e all’Assessore all’Urbanistica, in cui li invito a valutare l’utilità politica di questo istituto.

Enrico Lobina
(consigliere comunale di Cagliari)

 

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