Tossilo, Medici per l’Ambiente contro l’Asl 3: “Dati poco chiari sulla salute”

L’inceneritore che sarebbe dovuto sorgere a Tossilo è incompatibile con il (vecchio) Piano regionale di gestione dei rifiuti, ma non con la situazione sanitaria della popolazione del Marghine. Lo sostiene il Tar Sardegna nella sentenza che ha bloccato il progetto del nuovo impianto previsto nella piana di Macomer, convalidando de iure la posizione dell’Azienda sanitaria di Nuoro, già espressasi a favore dell’intervento. Ma, per l’associazione Isde-Medici per l’Ambiente – Italia “il Tar e l’Asl 3 si sbagliano”. Così si trova scritto nel documento che rende pubblico il lungo botta e risposta intrattenuto dall’associazione con l’Azienda sanitaria nei mesi scorsi, a tratti un carteggio dai toni velenosi.

Errato sostenere che gli inceneritori di nuova generazione siano innocui o quasi. La legge prevede il limite di emissione per metro cubo ma non limita il numero dei metri cubi per anno e ciò significa che l’inceneritore di Tossilo avrebbe aumentato comunque la quantità degli inquinanti nonostante le migliori tecnologie impiegate. Lascia perplessi che istituzioni deputate alla tutela della salute non colgano questo semplice ragionamento”, spiega il presidente della sezione sarda dei Medici per l’ambiente Vincenzo Migaleddu.

Secondo le stime di Isde, dunque, il carico di diossine/furani del nuovo impianto avrebbe fatto registrare un +13% rispetto al vecchio inceneritore. Di diverso avviso l’Asl 3 di Nuoro, secondo la quale “prima del loro rilascio in atmosfera, i fumi del processo di combustione sono sottoposti a trattamenti di riduzione delle concentrazioni di inquinanti”.

L’altra querelle riguarda l’“Analisi delle principali cause di morte nella Asl di Nuoro negli anni dal 2000 al 2009”, vale a dire lo studio redatto dal Centro epidemiologico dell’Asl 3 (Cea) e utilizzato dalla Regione per il via libera al progetto poi bloccato dal Tar. Se Isde accusa la struttura dell’Asl 3 di aver “male interpretato i dati e omesso di evidenziare l’incremento del tasso di mortalità“, il Cea risponde sostenendo che i Medici per l’Ambiente “hanno travisato i dati nel tentativo di screditare lo studio”.

Dati alla mano, Isde accusa il Cea di “avere interpretato male i dati relativi alla mortalità, omettendo di rilevare nel distretto di Macomer un considerevole aumento del tasso di mortalità per tutte le cause, specie per patologie tumorali e malattie cardiovascolari, superiore a quello degli altri distretti”. Isde, infatti, denuncia un aumento del tasso di mortalità generale pari al 9,38% nel periodo 2011-2013 rispetto al quadriennio 2006-2009”.

Un incremento, questo, non rilevato dal Cea, che non effettua una comparazione tra i due periodi indicati da Isde neanche nella versione aggioranta dello studio. Al contrario, per la struttura dell’Asl di Nuoro “i dati relativi al 2011-2013 evidenziano che l’area di Macomer ha il tasso di mortalità generale più basso tra tutte le aree considerate”.

Un altro problema riguarda i dati relativi alla popolazione del Distretto di Macomer. Per l’Asl, “il numero di nuovi casi di tumore del Distretto di Macomer rilevati dal Registro Tumori di Nuoro nel triennio 2003-2005 risulta collegato (da Isde, ndr) a una popolazione estremamente inferiore rispetto a quella presente in quegli anni. Lo scopo appare quello di mostrare una percentuale di incidenza di tumori altissima, ovviamente falsata, nel Distretto di Macomer rispetto a quella rilevata negli altri Distretti della ASL di Nuoro”.

L’accusa di manipolazione sui dati relativi alla popolazione – risponde Isde – è smentita dalla tabella inserita nell’ultimo studio del Registro Tumori, che fa riferimento a una popolazione di 23918 abitanti. Il sospetto, dunque, è che sia esistita la volontà di diluire il dato di incidenza in una popolazione maggiore a quella a cui lo studio fa riferimento, includendo comuni della Planargia non compresi nel territorio della ASL”.

P. L.

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