Strage di api nei roghi dell’Oristanese: persi 500 alveari, biodiversità a rischio

Una strage. Gli incendi che nelle scorse settimane hanno devastato l’Oristanese e in particolare il Montiferru, lasceranno strascichi per lunghissimo tempo sulla biodiversità della zona, con danni incalcolabili che altereranno il delicato equilibrio creato dalla natura. A farne le spese, oltre a tutti gli altri animali, sono state le api.

Si stima che siano almeno 500 gli alveari andati persi e 30 milioni le api uccise. In totale i roghi hanno ridotto in cenere più di 20mila ettari di terreno distruggendo boschi, campi, orti e frutteti, ma hanno avuto effetti differenti sulle colture e le attività agroalimentari in generale: l’ortofrutta è stata risparmiata, mentre gli apicoltori sono di fronte a una vera e propria strage di api.

I dati sono dell’Organizzazione di Produttori Apicoltori della Sardegna di Terrantiga. “I danni sono innumerevoli e ancora da quantificare con precisione – ha spiegato il presidente, Francesco Caboni – dobbiamo capire quali alveari sono sopravvissuti, quali danneggiati e quali completamente distrutti”. “Perdiamo gli alveari – continua Caboni – ma anche un punto di riferimento come il Marghine, dove abbiamo portato le api per 30 anni: una zona inestimabile per noi apicoltori”. L’enorme danno ambientale preoccupa anche l’apicoltore di Sennariolo, Davide Brisi: “Abbiamo avuto arnie bruciate e diverse famiglie di api morte”, spiega, “ma il danno più rilevante è quello all’ecosistema e alla biodiversità, scomparsi dalla mattina alla sera”.

In soccorso degli apicoltori arriva anche Legambiente che ha attivato una pagina web per una donazione in favore delle aziende della zona. La campagna si chiama “Save the Queen” (Salva la Regina): “La rinascita dei territori bruciati della provincia di Oristano deve partire dal sostegno a chi ci vive e lavora e dalla ricostruzione della biodiversità, di cui le api sono un fattore fondamentale. Aiutaci a salvare le api, tesoro di biodiversità”, è il messaggio di Legambiente.

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