Il Comune di Calasetta chiede alla Regione di poter vietare per due anni la pesca ai ricci. E lo fa a pochi mesi dalla stessa decisione presa da Sant’Antioco, l’altro centro che si trova nell’isola omonima. Il Consiglio comunale nella scorsa seduta ha infatti approvato un ordine del giorno di “moratoria alla pesca del riccio di mare per salvaguardare la risorsa consentendone il ripopolamento”.
I due centri di Calasetta e Sant’Antioco fanno fronte comune per portare l’istanza alla Regione, chiedendo di porre un freno al prelievo sconsiderato in tutte le acque dell’isola. “Abbiamo aderito con piacere all’iniziativa avviata dal Consiglio di Sant’Antioco – commenta il sindaco di Calasetta, Antonio Vigo –, i nostri due Comuni condividono la preoccupazione diffusa dei pescatori locali e dell’intera cittadinanza sull’impoverimento della risorsa riccio di mare, un fenomeno avvertito come vera e propria emergenza. Non possiamo restare indifferenti di fronte a uno sforzo di pesca preoccupante che di questo passo porterà all’esaurimento di questa prelibata specie marina».
Il Golfo di Palmas e i mari che circondano l’isola di Sant’Antioco sono meta prediletta di pescatori professionisti e sportivi provenienti da ogni angolo della Sardegna. Per questo, ogni anno, i fondali vengono presi d’assalto a causa della presenza del riccio: così si contribuisce alla “distruzione” di un inestimabile patrimonio ittico.
“Non è possibile accettare passivamente ciò che è sotto gli occhi di tutti – conclude Vigo –, auspichiamo che gli altri Comuni dell’arcipelago del Sulcis si uniscano in una battaglia che riguarda tutte le popolazioni sulcitane. È doveroso intervenire, prima che sia troppo tardi”.