Sassari, ambientalisti contro il piano del Comune: “No al cemento nel Fosso della noce”

Da una parte il Comune di Sassari vuole dare il via al progetto per la realizzazione di un canale a cielo aperto per far defluire le acque meteoriche e ridurre così il rischio idrogeologico nel Fosso della noce. Dall’altra, ambientalisti e residenti si oppongono alla colata di cemento e parcheggi in un’area “naturale di rilevante suggestione paesaggistica e di valore storico-culturale, costituendo la cerniera urbanistica fra il centro storico di Sassari e il quartiere Cappuccini”, così come lo descrive il Grig (Gruppo d’intervento giuridico).

Proprio il Grig riassume così la questione: “Il Comune di Sassari, grazie a fondi provenienti dal Pnrr,  ha emanato il bando di gara per la realizzazione del progetto (con scadenza 16 marzo 2023), suscitando ampie critiche da parte di esperti e forti proteste da parte di larga parte dei residenti per il forte impatto ambientale e sociale. Per le sue caratteristiche sarebbe ben meritevole di tutela paesaggistica (attualmente mancante) mediante specifico provvedimento di individuazione, mentre rientra nelle previsioni del Pai (Piano stralcio di bacino per l’assetto idrogeologico) a fini di tutela idrogeologica”.

Un canale osteggiato da buona parte dei residenti, quindi, che riuniti in un comitato inter-quartiere stanno da tempo organizzando manifestazioni per chiedere la revisione del progetto. La prossima manifestazione è in programma mercoledì 12 aprile, con il comitato che chiama a raccolta i cittadini in via Adelasia per protestare contro i piano del Comune. Anche Legambiente è intervenuta in merito alla questione della vallata che attraversa i quartieri di Sassari: “Gli interventi devono seguire la filosofia della riqualificazione urbana, rinaturalizzazione, esclusione di nuova impermeabilizzazione dei suoli. L’attuale classificazione Hi4 ne impedirebbe l’uso come parcheggio e impone lo stop alla cementificazione”.

L’associazione ecologista continua in una not: “L’attuale progetto è invece concepito in modo da conservare integralmente l’attuale superficie carrabile e destinata a parcheggio, riducendo al minimo l’area da espropriare e le interferenze con le proprietà private”. La soluzione sarebbe “la realizzazione di una fascia naturalizzata continua, con larghezza di almeno dieci metri, costituita da un alveo aperto naturalizzato integrato ad una pista ciclopedonale, che svolga il ruolo di corridoio ecologico e interconnessione pedonale; non deve essere prevista nessuna nuova impermeabilizzazione del suolo”. 

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