“Sardegna bene paesaggistico d’Italia”: appello nazionale al presidente Pigliaru

Il governo del territorio sardo resta il tema che scuote gli animi – isolani e non – da più di dieci anni. Ora c’è un appello nazionale lanciato dalla Consulta delle associazioni ambientaliste che riunisce le principali sigle sarde (Grig, Italia Nostra, Wwf, Federparchi) direttamente al presidente della Regione, Francesco Pigliaru. Il titolo è chiarissimo “Sardegna bene paesaggistico d’Italia”: al centro ci sono le preoccupazioni più volte esposte negli scorsi mesi (rimbalzate anche sui giornali nazionali) soprattutto attorno al nuovo disegno di legge e a due articoli in particolare – il numero 31 e il numero 43 – che darebbero il via, secondo i promotori, a una serie di deroghe pericolose per l’integrità ambientale dell’Isola.

Il contenuto

Nell’introduzione si fa un breve sunto delle normative che regolano la materia ricordando che “il Piano paesaggistico della Sardegna (2006), obbligatorio secondo il Codice dei beni culturali e del paesaggio, è strumento indispensabile per la difesa delle coste dell’Isola e ottimo esempio per altre esperienze di pianificazione”.  Il piano ha superato indenne un referendum nel 2004, ricorsi al Tar e “l goffo tentativo di cancellarlo da parte del governo di Ugo Cappellacci”. Poi il momento attuale di riforma: “L’attuale governo di centrosinistra ha dato il via, nell’aprile 2015, a un piano-casa nella logica di Berlusconi”, da marzo il via a un “disegno di legge con l’idea di “snellire” e “semplificare” i procedimenti”. Qui la Consulta riscontra appunto le “gravi deroghe al Ppr in violazione dell’art. 9 della Costituzione (sul bene Paesaggio, ndr)”. La conseguenza più nefasta, in caso di approvazione, sarà si legge ancora: “la destabilizzazione della tutela del territorio dell’Isola, con effetti devastanti specialmente nella fascia costiera”. Relativi soprattutto ai due articoli citati prima: per “l’ampliamento di alberghi a pochi passi dal mare (art. 31) e le porte aperte a “grandi progetti pure in contrasto con il PPR (art. 43)”. Ma anche “l’aumento delle volumetrie turistiche già dimezzate da precedenti disposizioni (art. A4 )”. E i dubbi riguardano anche l’uso delle aree agricole. A ciò si aggiungono le dure critiche partite dalla giunta regionale al soprintendente Fausto Martino scettico su alcuni passaggi dello stesso ddl.

La richiesta e le firme ‘nazionali’

Al presidente della Regione Pigliaru l’appello chiede “confermare il livello di tutela previsto dal PPR, da estendere alle zone interne, sospendendo nel frattempo l’iter di approvazione del Ddl, avviandone il riesame alla luce delle numerose e autorevoli critiche espresse in questi mesi”. Insomma un vero stop: le prime firme già arrivate alla Consulta hanno il peso di professionisti ed esperti del panorama internazionale come Salvatore Settis (archelogo e storico dell’arte, già direttore della Normale di Pisa); Edoardo Salzano (urbanista e ingegnere); Vezio De Lucia (urbanista); Vittorio Emiliani (giornalista e saggista); Piero Bevilacqua (scrittore e storico); Paolo Berdini; Graziano Bullegas (Italia Nostra) , Stefano Deliperi (Grig); Tore Dessena; Maria Pia Guermandi; Paolo Maddalena; Antonietta Mazzette (docente di Sociologia urbana, Università di Sassari); Tomaso Montanari, Maria Paola Morittu (Italia Nostra); Sandro Roggio (architetto);  Tore Sanna, Alessio Satta,, Carmelo Spada. Le adesioni possono essere inviate alla Consulta delle associazioni ambientaliste della Sardegna consulta.sardegna@tiscali.it

 

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