Portovesme srl, la Regione frena sulla nuova discarica da 25mila tonnellate

È frenata sui vasconi interni allo stabilimento che la Portovesme srl vorrebbe utilizzare per smaltire gli scarti di lavorazione in attesa della nuova discarica di Genna Luas. La società sostiene che senza questa discarica non può andare avanti la produzione, ma la Regione ha sollevato tutta una serie di rilievi durante la conferenza dei servizi, oggi a Roma, al ministero dell’Ambiente. Secondo quanto si è appreso da fonti sindacali, nonostante i pareri favorevoli di Ministero, Provincia del Sud Sardegna e Comune di Portoscuso, la Regione non si è detta d’accordo.

I funzionari dell’assessorato all’Ambiente sono obbligati – fa sapere la Regione – ad avviare una istruttoria per capire se l’uso di questi vasconi debba essere assoggettato alla valutazione di impatto ambientale (Via). Dunque, la decisione è congelata. I vasconi avrebbero permesso di andare avanti ancora per un mese – un mese e mezzo, considerando un rallentamento fisiologico ad agosto, in attesa della proroga della discarica di Genna Luas e dell’autorizzazione per il nuovo sito di stoccaggio. Per domani, intanto, l’azienda ha convocato le parti sociali in Confindustria a Cagliari, per le 10, e non è improbabile che possa annunciare la fermata di alcuni impianti.

Insomma, il via libera atteso da società e sindacati non è arrivato. Sulla proposta della società del gruppo Glencore è intervenuto anche l’Assotziu Consumadoris, inviando alla Regione, alla Provincia, al Ministero e alla Procura di Cagliari una nota che di fatto anticipa quanto si è verificato durante la Conferenza dei servizi: “Impensabile autorizzare d’emblée l’abbancamento dei rifiuti, anche pericolosi, all’interno dell’impianto: occorrerebbe una modifica sostanziale dell’Autorizzazione integrata ambientale in possesso della società e, ancora prima, una nuova valutazione d’impatto ambientale, vista la situazione ambientale critica che si registra a Portoscuso”, ha sostenuto l’associazione, facendo riferimento al Testo unico dell’ambiente. “Inoltre, le vasche interne allo stabilimento sono troppo vicine al centro abitato di Portoscuso – si legge nella nota diffusa dall’associazione. A fissare dei limiti è il Piano regionale dei rifiuti pericolosi,  che prevede per gli impianti di smaltimento di rifiuti pericolosi una distanza minima di m 2.000 dai centri abitati, distanza che non risulta sussistere nel presente caso. Non risulta peraltro rispettata neppure la distanza di m 1000 dalle strutture sensibili”.

Non c’è, in ogni caso, solo il no. L’Assotziu, infatti, formula una proposta semplice: “Per far fronte alla situazione di emergenza, la Portovesme srl conferisca nelle discariche già autorizzate allo smaltimento dei rifiuti prodotti dal suo ciclo produttivo”.

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