Porto Tramatzu, spiaggia alla Regione: formalizzata la cessione con la Difesa

Blindata per decenni – era ad esclusivo uso militare dal 1957 – quest’estate era riuscita a mostrare le sue meraviglie anche ai bagnanti, civili e non solo militari. Da oggi la spiaggia di Porto Tramatzu a Capo Teulada, incastonata nell’area del poligono militare, è libera, dopo 62 anni. Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru e la ministra Elisabetta Trenta oggi a Roma hanno formalizzato la cessione da parte dello Stato alla Sardegna.

Il rilascio comprende, in questa fase, la spiaggia e una porzione del terreno retrostante, il ministero della Difesa ha formalmente avviato le procedure con il ministero delle Infrastrutture e Trasporti per la cessazione della concessione marittima sulla spiaggia e l’iter legislativo per la cancellazione della spiaggia di Porto Tramatzu dall’elenco delle zone portuali e delle aree demaniali di interesse di sicurezza nazionale. L’accordo prevede anche l’avvio dei procedimenti finalizzati al rilascio delle spiagge di Capo Frasca S’Enna e S’Arca e Punta de S’Achivoni.

“È la prima volta che in Sardegna c’è una riduzione dello spazio assegnato di fatto alle servitù militari – ha detto il presidente Pigliaru -, una rivoluzione simbolicamente importante, che dimostra che si va concretamente nella direzione del riequilibrio che abbiamo chiesto con tanta forza. Ora Porto Tramatzu viene aperta a tutti i cittadini, sardi e non, superando la distinzione tra militari e civili. È la conferma concreta che l’attuazione del Protocollo che abbiamo firmato con il ministero della Difesa va avanti, sul fronte dei rilasci come del lavoro per l’istituzione degli Osservatori ambientali e dei progetti di ricerca duale. E intanto possiamo dire a ragione che da oggi la Sardegna ha una spiaggia in più – ha concluso Francesco Pigliaru -, una spiaggia bellissima e non sarà l’unica.”

“La cessione della spiaggia di Porto Tramatzu, e delle altre spiagge previste nel Protocollo, rappresentano un importante passo in avanti nello sviluppo socio-economico del territorio. Ho sempre affermato che la Difesa deve essere sempre più aperta e inclusiva in una moderna concezione dual use dei poligoni militari e delle aree addestrative e oggi lo stiamo dimostrando. E faremo ancora di più”, ha dichiarato la ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, a margine dell’incontro.


La spiaggia non è più utile ai fini istituzionali ed è stata proposta, contestualmente, una variante al Decreto del presidente del Consiglio 1989 per semplificare le procedure dirette a un uso turistico e ricettivo dell’area. Secondo l’accordo dovranno essere garantite le attività del poligono e previste convenzioni d’uso, comprese le clausole di protezione sociale per il personale della Difesa inserito nelle fasce di reddito più basse o meritevoli di tutela sociale.

Porto Tramatzu è la principale spiaggia che si trova al limite del Poligono di Capo Teulada che, fin dal 1957, all’epoca dell’istituzione del Poligono, fu destinata a un uso militare, pur non facendo parte del Demanio militare. Nel tempo, una porzione è stata resa disponibile agli usi civili, la restante parte ha continuato ad essere utilizzata come stabilimento balneare per il personale militare, in forza di una concessione demaniale marittima rilasciata dal ministero dei Trasporti nel 1992. In considerazione del valore simbolico del rilascio, già durante la scorsa stagione estiva il tratto di spiaggia è stato reso disponibile a tutta la popolazione.

La cessione di Porto Tramatzu, attesa da oltre quarant’anni, rappresenta, nel quadro dell’Intesa Difesa-Regione sulle servitù militari, il primo punto affrontato e risolto insieme dal nuovo Ministro della Difesa e dal Presidente della Regione. Si è lavorato attraverso un modello di governance articolato in una Cabina di Regia a livello politico Difesa-Regione e in un Tavolo Tecnico con le parti coinvolte. L’aver ottenuto risultati positivi, raggiunti in tempi brevissimi nonostante la complessità del problema, ha suggerito la formalizzazione di questo tipo di governance attraverso un accordo integrativo Difesa-Regione che sarà firmato entro i prossimi giorni e che sarà lo strumento per affrontare in modo sistemico anche gli altri punti dell’Intesa. Questa modalità includerà le iniziative di ricerca, sviluppo sperimentale e deployment industriale nell’Isola, così da mettere a sistema le competenze e le infrastrutture della Difesa con le conoscenze scientifiche dell’università e le capacità dell’Industria, sfruttando in modo intelligente i fondi di finanziamento nazionali ed europei di entrambe le parti, sia militari che civili.

In molti plaudono al passaggio storico, ma tra le voci critiche c’è quella degli indipendentisti sardi di A Foras: “La firma del protocollo d’intesa non rappresenta alcun passo in avanti per quanto riguarda la liberazione della Sardegna dal peso dell’occupazione militare, ma una sceneggiata utile solo alla campagna elettorale”, scrivono. “Viene celebrato come storico un avvenimento che in realtà non cambia di una virgola la situazione precedente: sono tantissimi i sardi e i turisti che frequentano da anni la spiaggia di Teulada”.

“Come è possibile – si domanda A Foras – celebrare questa riconsegna se nel protocollo d’intesa è previsto espressamente che si deve garantire la normale attività del poligono? In realtà questa messinscena serve esclusivamente allo scopo di distrarre l’attenzione dalle vere problematiche relative alla presenza delle servitù militari nell’isola”. “Per la Regione e per la Difesa, è più facile parlare di Porto Tramatzu, ma noi preferiamo puntare l’attenzione sulla penisola Delta, quell’area del poligono di Teulada che gli stessi vertici militari hanno definito ormai non più bonificabile: una discarica di materiali bellici inquinanti, nella quale è vietato l’ingresso persino ai militari”.

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