Troppe polveri sottili in atmosfera. L’allarme arriva dalla Relazione sulla qualità dell’aria in Sardegna pubblicata dall’Arpas lo scorso 9 ottobre. Stando ai dati dell’agenzia, i superamenti dei limiti per le polveri Pm10 riguardano soprattutto Cagliari, Monserrato, San Gavino e Portoscuso. E se, con 66 sforamenti, San Gavino può essere considerata la capitale del particolato sottile, è Portoscuso che fa registrare il più forte peggioramento rispetto al 2013. Nonostante la produzione industriale sia in costante calo. Questi, dunque, i centri per cui è scattato l’allarme “polveri”, ritenute causa di numerose e gravi patologie.
Non va comunque meglio ad Assemini, nell’area industriale di Macchiareddu, dove “si assiste anche quest’anno a una situazione critica, con un numero di superamenti prossimi al valore limite per la protezione della salute umana“. Tuttavia, in questo caso per l’agenzia si rendono necessari ulteriori accertamenti.
Insomma a Macchiareddu la situazione non è chiara, mentre a Sarroch ci sarebbe un problema di ozono (come ad Ottana e a Macomer), ma non di Pm10 e benzene. Nonostante il Registro europeo delle emissioni parli di un consistente aumento in atmosfera di questo inquinante e dei Composti organici volatili non metanici (Covnm), caratterizzati oltretutto da un’ elevata presenza dell’idrocarburo.
Va invece tutto bene a Porto Torres, che per quanto riguarda il benzene in falda, dov’è presente in quantità superiori a 136.000 volte il limite, detiene il primato. Per l’area dell’ex petrolchimico, l’Arpas parla esplicitamente di un inquinamento contenuto rispetto a tutte le categorie di contaminanti presi in considerazione. Eppure, una campagna di monitoraggio effettuata proprio dall’agenzia tra il novembre 2013 e il marzo 2014, aveva messo in evidenza una concentrazione di benzene nell’aria da due a quattro volte superiore ai valori limite. A fronte di una soglia limite di 5 microgrammi per metro cubo d’aria, il livello medio di benzene riscontrato dalla postazione 2 sita in prossimità della darsena è stata di 20, 2 microgrammi, quindi oltre 4 volte i limiti di legge.
Dappertutto sarebbero invece sotto controllo le diossine, di cui si è molto parlato nell’ultimo periodo in seguito a un’inchiesta dell’Unione Sarda, che denunciava l’assenza di controlli sugli inquinanti, e di Sardiniapost, con la pubblicazione di uno studio scientifico che dimostra la presenza di diossine nel latte di pecora delle greggi del Cagliaritano. Su questa categoria di veleni, è la stessa Arpas a precisare che vengono effettuati dei controlli indicativi, definiti dalla normativa come misurazioni basate su obiettivi di qualità meno severi di quelli previsti per le misurazioni in siti fissi.
Piero Loi
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