Piano alluvioni, le richieste dei sindaci: “Vogliamo regole certe e condivise”

“Siamo i primi a volere il massimo della sicurezza ma in un quadro di regole certe, reali e condivise che finora non c’è”. La delegazione di sindaci dell’autorità di bacino regionale è stata chiara davanti alla commissione Governo del territorio del Consiglio regionale. La situazione così come è impostata adesso rischia di inceppare la macchina amministrativa dei Comuni. Dagli amministratori locali è arrivato un appello alla ripresa del confronto di merito con la Regione perché, in base ad una delibera di Giunta del dicembre dell’anno scorso, adottata senza concertazione con le parti interessate, in molte realtà le aree sottoposte a vincolo hanno una estensione eccessiva e le cartografie non corrispondono allo stato dei luoghi. Un primo esempio riguarda Terralba, centro in cui “l’imposizione di vincoli sull’intero agro e buona parte del centro abitato – spiega il sindaco Sandro Pili – ha obbligato il Comune a sospendere le concessioni edilizie già rilasciate e bloccare i progetti in corso, determinando una grave crisi economica senza peraltro disinnescare un possibile contenzioso di notevoli dimensioni”.

Il sindaco di Uta, Giacomo Porcu, ha fatto presente che “senza il contributo degli Enti locali lo stesso procedimento di pianificazione non sia completo e, nel merito, a parte alcuni errori materiali riguardanti le altezze al livello del mare, non ci sembra adatta la metodologia unidimensionale adottata, che la letteratura scientifica di settore applica alle zone alpine”. Le rassicurazioni sono arrivate dal presidente della commissione, Giuseppe Talanas, pronto a svolgere tutti gli approfondimenti necessari e condividere il percorso per consentire ai Comuni “di acquisire ogni elemento utile per le decisioni da adottare nell’interesse delle diverse comunità”.

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