Peste suina e caccia cinghiali, le regole: incontri di formazione con associazioni

Anche quest’anno, per la stagione venatoria 2019-2020, riparte la collaborazione tra l’Unità di progetto per l’eradicazione della peste suina e le associazioni di cacciatori della Sardegna che promuoveranno una serie di attività di informazione e formazione sui territori dedicate alle compagnie di caccia al cinghiale. Federcaccia, rappresentata dal presidente regionale Davide Bacciu, mette in calendario tre appuntamenti: il primo è in programma venerdì 6 dicembre a Buddusò, dalle 18, nell’agriturismo Santa Reparata. Dopo i saluti delle autorità locali, i rappresentanti dell’associazione venatoria e un delegato dell’Udp ricorderanno la normativa vigente sull’attività venatoria al cinghiale. Saranno centrali i passaggi che riguardano il divieto assoluto di trattare, in piena campagna, gli animali abbattuti e l’abbandono, fuori dai siti di stoccaggio prestabiliti, di visceri e carcasse. Non solo abbattimenti quindi dei maiali domestici allo stato brado illegale, vero contenitore dove si alimenta costantemente la malattia, ma anche iniziative con chi è a diretto contatto con il selvatico, oltre ai controlli su allevamenti e filiera suina. Proprio le buone pratiche di gestione della biosicurezza durante la caccia stanno contribuendo al trend particolarmente positivo che vede la peste suina scomparire o regredire notevolmente nelle popolazioni dei cinghiali presenti in diverse aree della zona infetta. In questo modo si riesce anche a prevenire l’insorgenza della malattia negli allevamenti suinicoli regolari, in cui è da ormai 15 mesi che non si verifica nessun focolaio.

Sul versante della formazione, dal 2016 a oggi l’Agenzia regionale Laore, in collaborazione con il Corpo forestale di vigilanza ambientale e con i veterinari di Ats e Istituto zooprofilattico sperimentale, ha tenuto circa 600 incontri in tutta l’Isola riuscendo a formare oltre settemila cacciatori. “Come Federcaccia Sardegna – ha spiegato il presidente Bacciu – abbiamo fatto la nostra parte nell’ambito delle attività di eradicazione della Psa, soprattutto con la raccolta dei campioni dai cinghiali abbattuti. L’impegno e il senso di responsabilità dimostrato da migliaia di associati, nelle diverse realtà della Sardegna, ha assicurato all’Unità di progetto di monitorare costantemente la presenza della malattia nel selvatico, così da garantire un quadro aggiornato e sempre più veritiero dell’andamento”. In Sardegna sono stimati circa 90mila cinghiali selvatici. Grazie ai campioni raccolti dai cacciatori sui cinghiali abbattuti vengono analizzati ogni anno, nei laboratori dell’Izs, fra i 13 e i 14mila capi: circa 5mila provengono dalla zona rossa infetta dalla peste suina.

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