Pesca con gli elettrodi, protestano i pescatori di Mandriola e Oristano

Mobilitazione oggi in 13 porti europei per protestare contro la pesca elettrica, un metodo che sta distruggendo l’ambiente marino, vietato in Europa nel 1998, ma riproposto nel 2006 dalla Commissione in un regime di deroghe previste per casi eccezionali. Belgio, Francia, Germania, GB e Olanda e alcune Ong hanno protestato, insieme ai pescatori di Mandriola e Oristano in Sardegna, per chiedere di bandire in modo definitivo questo metodo di cattura. Lo fa sapere #FishersResist, nel precisare che la decisione della Commissione ha creato il caos sulla pesca elettrica, diventata il simbolo della faziosità delle autorità pubbliche che hanno favorito una lobby di pescatori.

Per salvare la flotta di pescherecci a strascico rapido, che era sull’orlo del fallimento, spiega #FishersResist, i politici hanno “ribattezzato” la pesca elettrica come metodo innovativo, permettendo loro anche di ottenere milioni di euro di aiuti pubblici per attrezzare i pescherecci con gli elettrodi. I dati parlano chiaro: mentre i pescherecci elettrici scartano tra il 50 e il 70% delle catture, la percentuale dei piccoli pescherecci è al massimo del 6%. E ancora, per 1 litro di combustibile consumato, i pescherecci con le reti da posta pescano una quantità di pesce pari a 6 volte (da 2 a 3 chili) quella pescata con gli elettrodi (450 grammi). La pesca elettrica rappresenta una vergogna per l’Europa da tutti i punti di vista, fa sapere #FishersResist, nel ricordare che nel corso degli anni, l’esaurimento del pesce lungo le coste del Mare del Nord e del Mediterraneo ha portato il settore della piccola pesca sull’orlo del fallimento: tra il 2014 e il 2018, i pescatori con le reti da posta del nord della Francia hanno perso in media il 50% delle catture di sogliole.

 

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