Omessa bonifica alla Portovesme srl, ora dovrà decidere la Cassazione

La Corte di Cassazione si esprimerà sul procedimento per omessa bonifica che nel febbraio 2015 si è concluso con l’assoluzione di Carlo Lolliri e Aldo Zucca, rispettivamente amministratore delegato della Portovesme srl e responsabile tecnico degli impianti. L’ha stabilito oggi la Corte d’Appello del Tribunale di Cagliari, trasformando l’atto di appello presentato da Filippo Viola, legale dell’Assotziu Consumadoris, costituitosi parte civile, in ricorso per cassazione.

Non si può, tuttavia, parlare di un vero e proprio ribaltamento della decisione assunta in primo grado dal Tribunale di Cagliari oltre due anni fa. I due dirigenti, infatti, restano assolti dal reato come sancito dalla pronuncia predibattimentale del 2015. La futura decisione della Corte di Cassazione, inoltre, potrà avere effetti solo sul piano civilistico, ad esempio dando luogo a un risarcimento danni. Ma solo dopo un eventuale nuovo pronunciamento del Tribunale.

La vicenda su cui dovrà esprimersi la Suprema Corte è una storia di veleni. Nel 2002 la Portovesme srl acquista da EniRisorse gli stabilimenti di Portovesme. Due anni prima le autorità competenti approvano il progetto di bonifica, che non viene completata. Ma, nel 2015, il Tribunale di Cagliari stabilisce che, in base al principio del “chi inquina paga” – in questo caso EniRisorse – , i dirigenti della Portovesme srl non hanno commesso il reato. Insomma, il mancato completamento di quelle bonifiche non sarebbe da addebitare alla società del gruppo Glencore.

Eppure, fa notare l’avvocato Viola: “Il tipo di inquinamento oggetto del procedimento è del tutto peculiare, suscettibile di protrarsi nel tempo e rendere possibili, così, il sovrapporsi di plurime condotte, ugualmente inquinanti”. Impossibile raggiungere il legale di Lolliri e Zucca, Leonardo Filippi, per un commento sulla decisione della Corte d’Appello.

P. L.

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