A vederla così è una specie che ispira simpatia. Invece la noce di mare, un invertebrato all’apparenza simile alle meduse, sta causando danni devastanti alla biodiversità del Mediterraneo. Questo animale, infatti, sta proliferando a causa del riscaldamento globale col risultato di mettere a rischio la biodiversità marina.
Ne sanno qualcosa i pescatori dell’Oristanese che stanno collaborando al progetto internazionale Maristanis, contro i cambiamenti climatici. Lo cura la Medsea, fondazione che si occupa di promuovere azioni e progetti in difesa dell’ecosistema. La costa centro-occidentale della Sardegna è considerata nell’Isola quella più esposta aol riscaldamento globale: senza una inversione di tendenza, l’area è destinata a essere parzialmente sommersa entro la fine del secolo.
Nell’Oristanese, dove c’è una delle marinerie più importanti della Sardegna, le noci di mare rappresentano ormai una vera e propria minaccia, perché saturano i canali e divorano uova e pesci piccolissimi, rendendo sempre più povere le acque. Il nome scientifico è Mnemiopsis leidyi. Gli inglesi le chiamano ‘sea nuts’. Possono raggiungere una lunghezza di dodici centimetri. Hanno tentacoli, ma non urticanti.