L’Isola chiude la porta ai rifiuti ‘esterni’. Solinas: “Diremo no a ogni richiesta”

In Sardegna non arriveranno i rifiuti provenienti da altre regioni. La posizione del governatore, Christian Solinas, è netta e non lascia nessun margine di trattativa. Dunque, l’Isola rifiuterà qualsiasi coinvolgimento nell’accoglienza e nello smaltimento di rifiuti urbani che arrivano da altre zone della Penisola, nemmeno se ci fosse uno stato di emergenza. “In Sardegna – si legge in una nota – gli impianti autorizzati per il trattamento dei rifiuti urbani non compostati e non differenziati hanno una potenzialità limitata alle esigenze del bacino territoriale sardo“. Dunque, non sono disponibili volumetrie che vadano oltre il fabbisogno isolano e i rapporti sulla gestione dei rifiuti urbani di Ispra e Arpa Sardegna non consentono di dar corso alla richiesta di accordo per alcun tipo di rifiuto.

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È stata una lettera dell’assessore regionale all’Ambiente, Gianni Lampis, ha riassumere la posizione della Regione in una lettera scritta in risposta alla richiesta della direzione politiche ambientali e ciclo dei rifiuti della Regione Lazio in cui “si esclude nel modo più categorico che i rifiuti romani, come proposto dall’Ama (azienda municipalizzata dei rifiuti della Capitale), possano essere smaltiti nella nostra Isola”. Il presidente Solinas, infine, ricorda che “il Corpo Forestale è al lavoro incessantemente, in tutte le aree della Sardegna, per vigilare sulla regolarità degli impianti che operano nel settore dei rifiuti, garantendo il livello massimo di sorveglianza a tutela della salute pubblica e dell’ambiente”.

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