La crisi si misura in discarica: col calo dei consumi meno rifiuti prodotti

Dal 2002 al 2014 i sardi hanno prodotto sempre meno spazzatura anche per via della crisi economica che ha fatto calare Pil e consumi. È scritto nel nuovo Piano regionale dei rifiuti,

Dal 2002 al 2014 i sardi hanno prodotto sempre meno spazzatura anche per via della crisi economica che ha fatto calare i consumi. I dati sono contenuti nel nuovo Piano regionale dei rifiuti, approvato dalla Giunta lo scorso 23 dicembre per fissare, tra le altre cose, i prossimi obiettivi della raccolta differenziata col traguardo dell’80 per cento entro il 2022.

La correlazione tra crisi economica e spazzatura prodotta è stata ricostruita dall’assessorato all’Ambiente, guidato da Donatella Spano. Tre i parametri utilizzati: tonnellate di rifiuti mandati in discarica, spesa delle famiglie per consumi e valore del Pil (prodotto interno lordo) regionale.

L’anno centrale dell’indagine è il 2004, quando in Sardegna si è registrata la più alta produzione di immondezza, pari a 878,184 tonnellate con appena il 5,34 per cento di spazzatura riciclata. Ma il 2004 è stato, economicamente, anche uno degli ultimi anni d’oro per l’Isola: il Pil valeva 34 miliardi e 22 milioni, mentre i consumi raggiunsero quota 23 miliardi e 950 milioni. Poi la decrescita, non costante nel tempo ma tendenziale.

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Il primo riscontro si trova nel 2010, anno in cui le tonnellate di spazzatura sono scese a 825.134. “Certamente – si legge nel report della Regione – il calo è da imputare all’aumento della raccolta differenziata, passata dal 5,34 per cento al 44,87”. Ma parallelamente viene rilevata una sempre maggiore incidenza dei fattori socio-economico, vista la diminuzione del Pil a 33 miliardi e 21 milioni (-2,9%) e la flessione dei consumi a 23 miliardi e 396 milioni (-2,3%).

Nel 2014, ultimo dato censito, la prova regina: le tonnellate smaltite nelle discariche sarde sono state 725.027, il valore più basso dal 2002. Vero che la percentuale di spazzatura differenziata è salita ancora, a 53 punti base. Ma ad accompagnare i più bassi volumi di rifiuti ecco un’ulteriore e consistente diminuzione del prodotto interno lordo (a 31 miliardi e 642 milioni, -6,9%), così come una nuova contrazione dei consumi (a 21 miliardi e 307 milioni, -11,03%)”.

Il cerchio si chiude coi trend per singolo anno, esaminati attraverso un diagramma: viene fuori che dal 2004 al 2008, la minore quantità di spazzatura prodotta “è da imputare per il 95 per cento all’aumento della raccolta differenziata”, si legge ancora nel report dell’assessorato. E infatti in quegli anni la ricchezza della Regione alterna flessioni e incrementi. Ma dal 2009, quando la crisi economica diventa cronica, Pil in calo e decremento dei consumi arrivano ad avere un’incidenza del 30 per cento sulla riduzione della spazzatura prodotta.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

LEGGI ANCHE: Rifiuti in Sardegna, il porta a porta contro i furbetti della differenziata

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