Inquinamento SS 131, la denuncia degli indipendentisti: acque fuori norma

Sostanze fuori dalla norma nelle acque che dalla Carlo Felice vanno poi a finire nei campi intorno alla strada che attraversa la Sardegna nella zona vicina alla ex miniera d’oro di Furtei. Uno su tutti: i solfati
dovrebbero essere entro i 500 milligrammi a litro. E invece sono oltre 16mila. Lo denunciano gli indipendentisti di Liberu mostrando i dati delle analisi fatte in un laboratorio chimico di Nuoro sull’acqua raccolta da un bocchettone di scarico lo scorso 30 marzo all’altezza del chilometro 49 vicino a Sardara. “E’ un problema dei sardi non solo di Sardara – ha spiegato Pierfranco Devias, leader del movimento – i campi poi producono frutti e ortaggi che consumano tutti gli abitanti dell’isola. Rinnoviamo l’appello alla Regione: dia una spiegazione per rassicurare i cittadini”. Una concomitanza: da una parte l’accumulo di materiale di risulta della miniera d’oro di Furtei, chiusa da tempo con strascichi legati alle modifiche dell’area e all’inquinamento anche da cianuro. Dall’altra un pezzo di strada, la Carlo Felice, da costruire all’altezza di Sardara. Una storia di vent’anni fa. C’è un’indagine della Procura per capire se e come quel materiale poteva essere utilizzato per sistemare il “letto” della strada. In attesa del processo gli indipendentisti di Liberu hanno voluto fare qualcosa per fare capire come stanno le cose. Il risultato è in alcune bottigliette che apparentemente sembrano degli innocui succhi di frutta alla pesca. Ma che non conviene assolutamente bere. I cloriti? Il limite è di 200, ma le analisi dicono oltre 700. L’alluminio? Limite uno, analisi 200. Rame: dovrebbe arrivare al massimo 0,1 e invece siamo a quota 5. Ma
vanno male anche i dati sul manganese. I riflessi per la salute? “L’alluminio può creare problemi al
sistema nervoso centrale – specifica Devias – il rame al fegato e ai reni, il manganese anche alla coagulazione”. Altro problema: oltre la sicurezza alimentare c’è anche quella stradale. Noi vogliamo ulteriori accertamenti – ha detto Devias – per capire anche che conseguenze ci possono essere sulle
infrastrutture per la presenza di acido solforico”.

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