Inceneritore di Tossilo, la roulette dei ricorsi riaccende la protesta

L’ultima volta di comitati, associazioni, movimenti, partiti e sindaci a Tossilo è stata il 28 marzo del 2015 poco più di un anno e mezzo fa. Da allora non si è mai smesso di parlare del nuovo inceneritore della piana di Macomer. Prima il ricorso al Tar, poi il Consiglio di Stato: è proprio la roulette dei ricorsi e dei controricorsi ai tribunali amministrativi ad aver portato il fronte del no all’impianto a ritrovarsi, oggi 29 ottobre nell’area industriale di Tossilo.

Lo scorso 21 ottobre, infatti, il Consiglio di stato ha sospeso gli effetti della sentenza con cui lo scorso 15 luglio il Tar Sardegna aveva bocciato l’opera, bloccandone i lavori. Ma, nonostante l’ultimo round dello scontro tra il fronte del no e i sostenitori del sì ( Regione, Consorzio industriale di Macomer, provincia di Nuoro e operai) sia andato a favore di questi ultimi, la guerra delle carte bollate non è ancora finita. Il Consiglio di Stato ha infatti messo in agenda una sentenza sul merito dell’intricata vicenda entro i primi sei mesi del 2017.

Insomma, la confusione regna sovrana, i ribaltoni sono dietro l’angolo, ma i lavori possono riprendere. Pertanto si continua a dar battaglia. E le novità non mancano. La settimana scorsa, infatti, la Regione ha deciso di puntare tutto su Tossilo, abbandonando il progetto di un nuovo inceneritore in provincia di Sassari. Lo dice, a chiare lettere, il documento che aggiorna il vecchio piano dei rifiuti (non ancora operativo) pubblicato il 20 ottobre. L’aggiornamento contiene anche delle previsioni: l’assessorato all’Ambiente prevede, infatti, l’entrata in funzione del nuovo impianto nel 2019. Tossilo, si legge sempre nel documento, terminerà il suo ciclo di vita nel 2030.

Gli ultimi dieci giorni hanno dunque riservato diverse sorprese. Ecco perché la manifestazione di oggi (appuntamento alle 10) è andata caricandosi di nuovi e ulteriori significati. Ai comitati, infatti, non sono sfuggiti gli effetti che l’aggiornamento del piano regionale potrà avere sulla battaglia di Macomer: sebbene si tratti di un atto imposto dalla direttiva europea dei rifiuti, il documento sembra, in effetti, rispondere punto su punto alle criticità che hanno portato il Tar Sardegna a bocciare il progetto del Consorzio industriale di Macomer. Infatti, i giudici amministrativi di primo grado avevano definito l’inceneritore incompatibile con le decisioni assunte dalla Regione in fase di programmazione, quando aveva optato per uno scenario a due poli d’incenerimento (Capoterra e Nord Sardegna con Tossilo chiamato a svolgere un ruolo sostitutivo e provvisorio). Non solo: nella sentenza, i giudici di Piazza del Carmine avevano anche richiamato la procedura d’infrazione aperta dall’Unione Europea nel novembre 2015 per la “mancata revisione dei Piani regionali di gestione dei rifiuti”.

Certo, è difficile ritenere che questo atto abbia potere retroattivo: rimane, in altri termini, vero che l’inceneritore di Tossilo è figlio di un pasticcio amministrativo, come evidenziato dal Tar Sardegna. Ma appare chiaro che la Regione abbia tentato di sanare de facto le criticità emerse nella sentenza del tribunale di Piazza del Carmine per presentarsi più forte di fronte al Consiglio di Stato.

Più in generale, a Tossilo oggi si scende in piazza anche per provare a cambiare l’intera politica di gestione dei rifiuti, ritenuta da comitati, associazioni e partiti “troppo sbilanciata a favore di inceneritori e discariche”, precisa il Comitato Non Bruciamoci il futuro in un recente comunicato stampa. Per la cittadinanza attiva, in altri termini, non solo gli inceneritori inquinano e causano malattie, ma non risolvono neanche il problema delle discariche, visto che producono quantitativi ingenti di ceneri destinati a smaltimento, ma finiscono anche per deprimere la raccolta differenziata. La ricetta proposta è quella del riuso e delle filiere locali del riciclo, anche attraverso tecnologie oramai già consolidate e disponibili. Un esempio su tutti sono i cosiddetti estrusori che tramite un procedimento a freddo riescono ad ottenere malta cementizia o componenti per l’industria automobilistica.

La pensano diversamente Regione e Consorzio, per i quali gli inceneritori consentono di diminuire il ricorso alle discariche. E di produrre energia (nel 2013, in quantità pari a circa l’1% del fabbisogno dell’Isola). L’assessore all’Ambiente Donatella Spano ha anche sostenuto che l’impianto si renderebbe necessario anche in presenza del raggiungimento della quota del 65% per la raccolta differenziata. E i circa 40 operai della Tossilo Tecnoservice, che hanno sottoscritto un contratto di solidarietà valido fino al 31 dicembre.

Piero Loi

 

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