Goletta Verde di Legambiente sbarca in Sardegna, a Olbia, per la terza tappa del suo viaggio lungo il periplo dell’Italia in difesa del mare e delle coste. Al centro del primo giorno il tema delle energie rinnovabili, che rappresentano il futuro energetico del Paese su cui – secondo l’organizzazione ambientalista – è importante accelerare il passo anche a livello territoriale. Per Legambiente l’Isola può diventare la prima regione italiana 100 per cento rinnovabile, “con un processo condiviso e partecipato che assuma biodiversità, paesaggio e patrimonio culturale come base imprescindibile. Cogliere questa grande opportunità – spiegano – promuovendo una filiera delle rinnovabili in Sardegna, che avrebbe importanti ricadute sociali ed economiche, consentendo la creazione di nuovi posti di lavoro insieme al raggiungimento degli obiettivi climatici”.
Di questo si è parlato oggi in occasione del convegno organizzato presso la Lega navale da Goletta Verde a Olbia dal titolo “Energia per il futuro – Governare i processi per scegliere e accelerare la transizione che vogliamo”, dove sono intervenuti Cinzia Sposito, presidente circolo Legambiente Gallura, Mattia Lolli, portavoce di Goletta Verde e segreteria nazionale Legambiente, Massimo Serafini, direttivo nazionale Legambiente, Donatella Spano, Università di Sassari, Fabrizio Pilo, UniCA, Rosanna Laconi, assessora della Difesa dell’ambiente della Giunta Todde, Delfina Spiga, direttrice generale della Difesa dell’ambiente, Massimo Satta, sindaco di Buddusò, Francesco Ledda, sindaco di Alà dei sardi, Francesco Ferrante, Sardegna Rinnovabile, Maurizio Pitzolu, referente regionale Sardegna Italia Solare, Simone Togni, presidente Anev, Katiuscia Eroe, responsabile energia Legambiente e Marta Battaglia, presidente Legambiente Sardegna.
“La Sardegna – ha detto Battaglia – sta già pagando il prezzo degli effetti dei cambiamenti climatici: quest’anno abbiamo una criticità forte per quanto riguarda la siccità, una situazione da affrontare urgentemente. La transizione energetica è necessaria proprio per fronteggiare gli impatti del cambiamento climatico, ma non va messa in concorrenza con il necessario cointeressamento delle comunità e con la tutela del paesaggio che, delle comunità, custodisce l’identità. Vogliamo metterci in gioco in primo piano, dialogando con cittadini, istituzioni e imprese, anche nell’ottica di vigilare che il processo di cambiamento avvenga nella maniera più giusta. Siamo consapevoli infatti che gli impianti, se da una parte coinvolgeranno una minima parte del territorio regionale, dall’altra insisteranno localmente sul territorio e dovranno essere quindi il risultato di una convergenza tra le esigenze di produzione e le aspettative delle comunità locali. Legambiente deve impegnarsi nel compito difficile, spesso anche impopolare, di rappresentare gli interessi generali, puntare al compito non impossibile di conciliare gli interessi sociali con quelli della tecnologia e del paesaggio con i suoi valori e la sua funzione culturale ed economica”.
In questo percorso, si è detto nel corso del convegno, è importante che la Sardegna punti sempre di più sulle fonti rinnovabili abbandonando le fonti fossili. Nel contesto del mix energetico italiano, ad oggi è una Regione però a forte trazione energetica fossile. “Occorre fare in fretta – dice Legambiente – utilizzando gli strumenti subito disponibili per dare risposte concrete alla crisi climatica e certezze alle imprese che propongono progetti validi, mentre va avanti l’azione pianificatoria organica dei “paesaggi energetici” che la Regione si appresta ad avviare”. “La Sardegna – dice Katiuscia Eroe – può diventare un ottimo laboratorio per essere la prima isola italiana 100 per cento rinnovabile, senza passare per il gas fossile. È evidente che, in mancanza di un quadro regolatorio e autorizzativo che dia regole e tempi certi a territori e imprese, si generano situazioni che possono spaventare i cittadini; bisogna non solo adeguare le normative, come chiediamo da anni, e dare strumenti idonei, ma anche fare in modo che tutte le Regioni, Sardegna compresa, giochino il loro ruolo da protagoniste della transizione energetica evitando di cavalcare fake news, di rallentare i processi e accompagnando il necessario cambiamento con una veloce approvazione delle aree idonee, ovvero quelle in cui sarà possibile realizzare gli impianti in tempi più veloci di quelli previsti, e non considerandole le uniche aree per la realizzazione degli impianti”.