Eolico a Bitti, il Grig: “Come le rinnovabili diventano una sciagura per il territorio”

Sembra un paradosso. “Le virtuose fonti di energia rinnovabile, a cui tutti tendiamo con l’obiettivo di superare definitivamente la lunga stagione dell’energia prodotta dalle inquinanti fonti fossili tradizionali (petrolio, carbone, gas naturale) possono – se non necessarie e nel posto sbagliato – costituire una vera e propria sciagura per un territorio”. Lo evidenzia il Gruppo d’intervento giuridico a proposito del progetto di centrale eolica sull’altopiano di Gomoretta, tra Bitti, Orune e Buddusò.

Il progetto di centrale eolica comprende 13 aereogeneratori da 3,465 megawatt ciascuno (potenza complessiva 45,045 megawatt) con fondazioni, strade di accesso e opere di connessione alla rete elettrica nazionale. Il parco – non approvato dalla comunità – sorgerebbe su un’area di valore ambientale a economia agropastorale, in buona parte boscata e tutelata con vincolo paesaggistico e vincolo idrogeologico. A breve distanza anche istituito il parco naturale regionale di Tepilora.

“Insuperabili le pesanti criticità ambientali e paesaggistiche – scrive il Grig in una nota – e, in particolare, l’evidente danno al progetto di osservatorio internazionale di onde gravitazionali Einstein telescope, sostenuto dall’Italia, da altri stati europei e da numerose Istituzioni scientifiche, per cui è stata avanzata la candidatura della prossima miniera dismessa di Sos Enattos (Lula), definita uno dei luoghi più silenziosi della Terra, dove l’attività sismica di disturbo alla rilevazione delle onde gravitazionali è sostanzialmente nulla”. Gli investimenti previsti per la realizzazione dell’Einstein Telescope sono stimati in 6,184 miliardi di euro. Che sono ora messi pesantemente a rischio dal via libera al parco eolico dal Consiglio dei ministri nell’ultima seduta del Governo Draghi. “La realizzazione dell’ennesima centrale eolica in Sardegna, oltre a danneggiare forse irreparabilmente un progetto scientifico di altissimo livello e di analogamente alto investimento, appare ancor più ottusa in quanto l’energia prodotta molto probabilmente sarebbe inutilizzabile, pur dovendo essere pagata al produttore. Gli unici che guadagneranno in ogni caso saranno le società energetiche. Ancora una volta si privatizzeranno i profitti e si socializzeranno le perdite”.

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