Clima, seguaci sardi di Greta in campo: “Stiamo costruendo una rete regionale”

Fridays for future a Sassari, Iglesias, Porto Torres, Oristano, Bosa, Olbia. Da nord a sud, da est a ovest Greta Thunberg sta lasciando il segno anche in Sardegna, con decine di studenti in tutte le parti dell’Isola che stanno seguendo le sue orme. Non solo sit-in e cartelli, ma anche azioni simboliche. E pratiche: a Sassari i ragazzi ‘verdi’ hanno già ripulito aree usate spesso come discariche. Prima di Pasqua erano a Platamona con guanti e sacchi: raccolte buste e buste di rifiuti.

“Non ci vogliamo sostituire a chi si deve occupare di questi servizi – spiega all’Ansa, Tomaso Porcheddu, 18 anni, liceo scientifico Marconi di Sassari -, ma il nostro intento è quello di far capire quanto siano importanti questi valori”. Un movimento che sta crescendo. “Sta diventando una vera e propria rete regionale – racconta Raffaele Cocco, 17 anni, liceo musicale Benedetto Croce di Oristano -. Ciascuno porta avanti le sue iniziative, ma i diversi centri si tengono in contatto per sostenersi. A Oristano ogni settimana organizziamo incontri allo Spazio giovani e il venerdì siamo in piazza Roma con i cartelli e per parlare con la gente. Il primo obiettivo è sensibilizzare le persone, aiutarle ad aprire gli occhi”.

Sono le linee guida di Milano. “Dalla Sardegna siamo partiti in tre per l’assemblea costituente in Lombardia e siamo stati tra i più applauditi”, sottolinea Tomaso. Informazione, innanzitutto. “Cerchiamo di promuovere soprattutto la divulgazione sui grandi temi dell’ambiente – fa sapere lo studente sassarese – ma anche sui problemi quotidiani come possono essere quelli legati alla raccolta differenziata o alla scelta dei mezzi di trasporto. Secondo noi l’ignoranza è l’arma più forte di chi inquina. Questo è lo slogan che ci proponiamo di portare avanti”.

Una protesta che usa in modo ironico anche personaggi come Donald Trump, Giuseppe Conte o Theresa May: tutti, ma solo dopo la manipolazione di esperti di video making, diventano in un video degli accesi sostenitori della lotta al riscaldamento globale. “Vogliamo darci un’organizzazione solida per rispondere anche agli attacchi – annuncia Tomaso -. Questa struttura ci permette di resistere e di farci valere. Paragono il nostro movimento al passeggero di un’auto che sta andando a sbattere. Al volante c’è la classe politica: noi dobbiamo convincere il conducente a cambiare rotta perché, se non si fa questo, andiamo tutti a schiantarci. Noi e loro verso la catastrofe”.

Lo sciopero globale del 15 marzo (nella foto) è stato un successo. Ma ora, prima della chiusura della scuole, c’è un’altra data da segnarsi sul diario: 24 maggio. “Ci stiamo organizzando – anticipa Raffaele – e puntiamo sul coinvolgimento di tutti, compresi adulti e, soprattutto, bambini. Una manifestazione, ne sono certo, che farà rumore”.

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