Chiusura foce a Palau? Autorizzata. Per il Grig: “Danni istituzionalizzati”

Il video amatoriale mostrava una ruspa al lavoro su una spiaggia. Il mezzo meccanico stava chiudendo la foce del rio Surrau, sul litorale della Sciumara di Palau. in Gallura. Quelle immagini erano state girate da alcuni turisti e inviate all’associazione ambientalista Grig, Gruppo di intervento giuridico, che prontamente aveva rilanciato il caso e segnalato al Corpo forestale e alla Capitaneria di porto (leggi qui).

 

‘L’aiutino’ alla foce che non si chiude

Ora, a distanza di qualche giorno, si scopre che quei lavori sono ‘regolari’. O meglio autorizzati. Il Comune di Palau infatti ne è il promotore e ha affidato, con una determinazione, l’incarico a un ruspista per 366 euro (iva inclusa). La Regione, tramite il Corpo forestale e il Servizio demanio di Nuoro e Olbia, ha rilasciato il nulla osta “ai fini della tutela del demanio marittimo”. Cosa è successo? Di solito la foce si chiude, infatti, in modo naturale all’inizio dell’estate. Tranne quest’anno. Da qui la ‘necessità’ dell’intervento meccanico con “il semplice livellamento dell’arenile, in maniera tale da aiutare il naturale processo di chiusura della foce, già iniziato naturalmente”.

Gli ambientalisti e l’esperto: “Controproducente”

Tutto apparente regolare ma gli ambientalisti la pensano in modo diverso. Come pure l’esperto Sandro Demuro, professore di geomorfologia costiera dell’Università degli Studi di Cagliari e coordinatore per le attività di ricerca Oceans, l’Osservatorio coste e ambiente naturale sottomarino, specializzato sulla dinamica dei litorali situato nel faro di Punta Sardegna, proprio a Palau. Questo il suo parere: “È un intervento tampone controproducente, inadeguato alla soluzione del problema che si presenta ogni anno. Per quanto autorizzato è sbagliato sotto il profilo ecogeomorfologico sbarrare artificialmente una foce. A maggior ragione se si utilizza la sabbia della spiaggia adiacente, destrutturandola e indebolendola per la chiusura. Bastano delle normali piogge per togliere via il tappo artificiale di sabbia e disperdere altri sedimenti preziosi in mare. Sarebbe stato sufficiente ripristinare la passerella. Per la salvaguardia del territorio e la fruizione in sicurezza dei bagnanti andrebbero evitati scompensi agli equilibri ambientali millenari. Tappare in quel modo la foce aperta del fiume è un comportamento affrettato e illogico, non risolve neanche la questione degli inquinanti. Dovrebbe essere mantenuto il corridoio ecologico naturale perché ha una precisa funzione ambientale”. L’intervento comunque non è bastato a chiudere il caso. Perché due giorni dopo il Rio Surrau si è ripreso la foce. E allora un addetto con sacchi di sabbia e carriola ha richiuso la via del mare del fiume. A ciò si aggiunge, denuncia il Grig che: “Nel decantare l’acqua rilascia maleodoranti odori di liquame”(foto a destra). Da qui l’ipoesi di scarichi non autorizzati a monte nel Rio Surrau.

 

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