Capodoglio spiaggiato a Porto Cervo. Wwf: “La plastica è il killer dei mari”

“Il 90% dei danni alla fauna marina sono provocati dalla plastica. Le specie possono ingerirla o restare intrappolati”. Il Wwf interviene sulla vicenda del capodoglio femmina trovato morto a Cala Romantica, Porto Cervo. Al suo interno aveva un feto e, soprattutto, tanti rifiuti lasciati in mare dall’uomo. “Il quantitativo di plastica ritrovato nell’apparato digerente del cetaceo era praticamente intatto e la proporzione tra le dimensioni dell’animale e la plastica ingerita è particolarmente significativa. Quantità così voluminose, per gli esperti, vengono solitamente ritrovate all’interno di animali più grandi dell’esemplare relativamente piccolo morto a Porto Cervo“, spiegano gli esperti del Wwf. In basso, il video del recupero della carcassa.

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“La plastica è uno dei peggiori nemici delle specie marine, insieme a pesca intensiva, inquinamento acustico e cambiamenti climatici. Il 95% dei rifiuti che soffocano i nostri mari è costituito proprio da plastica. Ogni anno, decine di migliaia fra tartarughe, uccelli e cetacei muoiono per colpa di buste, cannucce, contenitori di cibo e bevande, piatti, reti da pesca, lenze, palloncini e altri rifiuti in plastica. Un terzo dei cetacei trovati morti nelle acque mediterranee aveva lo stomaco intasato dai rifiuti di plastica. La plastica viene ritrovata sempre più spesso anche nel pesce e nei molluschi che consumiamo”.

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L’Unione europea sta prendendo provvedimenti radicali e il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, intervendo sul capodoglio morto sulle coste sarde, ha detto: “Invito tutti i sindaci a fare e firmare ordinanze sul divieto delle plastiche usa-e-getta nelle proprie città e sui lungomari italiani come hanno fatto a esempio Capri e il sindaco Luigi de Magistris a Napoli. La guerra alla plastica usa-e-getta è iniziata. E non ci fermeremo qui”. Dal Wwf si chiedono interventi urgenti per evitare che la situazione, così come sta avvenendo, degeneri. “Senza provvedimenti, entro il 2050, nei mari del mondo ci sarà più plastica che pesce e il Mediterraneo rappresenta un’area trappola con livelli record di inquinamento da microplastiche che minacciano la vita marina e la salute umana”.

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“Oltre il 90% dei danni provocati dai nostri rifiuti alla fauna selvatica marina è dovuto alla plastica, che non solo può essere ingerita dalle specie ma che può anche intrappolarle. Le specie marine ingeriscono plastica intenzionalmente, accidentalmente o in maniera indiretta, nutrendosi di prede che a loro volta avevano mangiato plastica. Nel Mar Mediterraneo sono 134 specie vittime di ingestione di plastica, tra cui 60 specie di pesci, tutte e 3 le specie di tartarughe marine, 9 specie di uccelli marini e 5 specie di mammiferi marini”.

 

“L’Europa è il secondo maggiore produttore di plastica al mondo dopo la Cina e riversa in mare ogni anno tra le 150 e le 500mila tonnellate di macroplastiche e tra le 70 e 130mila tonnellate di microplastiche. L’Europa ha approvato la scorsa settimana in via definitiva la Direttiva che vieta dal 2021 alcuni articoli in plastica monouso come piatti, posate, cannucce e bastoncini per palloncini che invadono le nostre spiagge e i nostri mari. Ora tocca agli Stati membri recepire al più presto le norme europee che sono un primo e concreto passo e che l’Italia lo faccia al più presto accelerando l’approvazione della legge SalvaMare – concludono dal Wwf -. Il Comune di Arzachena è uno dei centri costieri che ha sottoscritto l’accordo Pelagos, il Santuario dei cetacei è una zona marina di 87.500 chilometri quadrati che nasce da un accordo tra l’Italia, il Principato di Monaco e la Francia per la protezione dei mammiferi marini che lo frequentano. All’interno di quest’area l’attenzione nell’avvistamento o ritrovamento di questi animali è altissima”.

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