La rilevazione è del 2019, fatta dall‘Esa, l’Agenzia spaziale europea. Sotto la lente, l’inquinamento da polveri sottili nel vecchio Continente, a cui è dedicata la missione Copernicus Sentinel-5P, dedicata appunto al monitoraggio dell’atmosfera. Come si vede dall’immagine, elaborata mettendo insieme i dati di un anno, la Sardegna è una delle zone meno inquinate, con valori di biossido di azoto inferiori ai 30 µg/m3 (milionesimo di grammo per metro cubo d’aria). Come noto, si tratta di un gas prodotto dagli scarichi dei veicoli e dai fumi delle industrie.
Il lavoro dell’Esa è un supporto ai tanti bollettini di guerra pubblicati ogni anno sull’inquinamento: l’Italia è il primo Stato in Europa e l’undicesimo al mondo per decessi legati al perticolato fine (Pm 2,5), una delle polveri sottili sospese nell’aria e altamente tossiche per la salute. Nel dato più recente (2016), si sono contati nel nostro Paese 45.600 decessi. Da allarme rosso il Piemonte, la Lombardia, l’Emilia Romagna e il Veneto, con la Pianura Padana cuore della contaminazione. Anche le aree urbane di Roma e Napoli se la passano male. Secondo un’indagine pubblicata sulla rivista scientifica inglese, The Lancet, “in Italia le morti premature legate all’esposizione al perticolato fine hanno provocato una perdita economica di almeno 20,2 milioni di euro, la più alta in Europa”, hanno rilevato i ricercatori.
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