Torres retrocessa in D, città ‘in lutto’. Il capitano Bottone: “Società farà ricorso”

Dopo la sentenza del tribunale federale della Figc, che in appello ha retrocesso la Torres in serie D, Sassari è ‘in lutto’. Rabbia e delusione si rincorrono per i quartieri e accomunano le varie anime del tifo rossoblù. La Fondazione Torres domani si riunirà e prenderà una posizione chiara e netta sulla vicenda. “È stata un’ingenuità ma non doveva essere commessa, pagano la Torres e i suoi tifosi”, commenta il presidente Umberto Carboni. “Ora la società faccia chiarezza”, chiede. Per Andrea Sini, presidente dell’Associazione memoria storica torresina, “c’è stata una grossa leggerezza di Capitani, che ha responsabilità pesanti, ma la sentenza è sproporzionata rispetto ai fatti contestati, sembra un processo politico, poco chiaro agli occhi dei tifosi”. Ora la Torres deve voltare pagina, “ripartendo da un’identità sassarese e sarda – conclude – a livello tecnico e dirigenziale”. La pensa così anche Stefano Sardara, presidente della Dinamo. Oltre a dirsi “profondamente dispiaciuto da sassarese e da torresino”, il patron dei campioni d’Italia del basket lancia un appello. “È evidente che è giunta l’ora che il nostro territorio esprima un progetto concreto attorno a una delle realtà sportive della Sardegna con maggiore storia”. All’ipotesi che la Torres si possa salvare in terzo grado non crede quasi nessuno. L’avvocato Antonio De Rensis, legale della società, sì. “È una sentenza illogica, si afferma per la prima volta che si può compiere un illecito senza coinvolgere giocatori e allenatori – afferma l’avvocato della Torres -. Bisogna ricorrere al collegio di garanzia e bisogna ribadire la totale estraneità della Torres. Tutti quelli che amano la Torres si devono unire e dire basta”.

 

“Sono allibito – ha commentato il capitano rossoblù Davide Bottone -. Sicuramente la società farà il suo ricorso e spero per la città, per la stessa società, per la Torres che vada a buon fine. È stata fatta un’ingiustizia nei nostri confronti, di tutti, voglio pensare che andrà tutto bene”. in base alle presunte partite combinate, Bottone è chiaro: “Il nostro presidente, la Società, non si è mai permesso prima di una partita di dirci qualcosa, non c’è stato mai un segnale di questo tipo, mai niente. Per questo confido nella giustizia che finora non ha fatto le cose per bene. Tutti i ragazzi che sono passati qui si sono dimostrati professionisti, persone vere, che credono nel calcio, persone che hanno accettato la sconfitta e che hanno sempre lottato fino alla fine. Mi sento in dovere di dire che è stato sbagliato qualcosa. Questo è il momento di combattere, di stare uniti, di non dare colpe l’uno all’altro ma di stare più uniti che mai”.

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