Beni culturali tra tutela, digitalizzazione e fruizione: il punto a Sinnova 2018

Ampio spazio al settore “Turismo, Cultura e Ambiente” nella sesta edizione di Sinnova, il salone dell’innovazione in Sardegna, ospitato alla ex Manifattura di Cagliari: oltre alle imprese in vetrina, l’evento ha ospitato anche un incontro dedicato alla tutela del patrimonio culturale e la sua riproduzione nell’epoca del digitale.

Come proteggere l’immagine dei Beni Culturali, ossia il patrimonio storico-identitario-artistico spesso vittima inconsapevole di utilizzi impropri nel marketing, nel turismo o nel settore commerciale? Ce li spiegano, nell’incontro ospitato questo pomeriggio nella Sala 2 dell’ex Manifattura, l’avvocato Emanuele Montelione, esperto in diritto d’autore, e Cecilie Hollberg, direttrice Galleria Accademia Firenze e apripista di uno dei più importanti provvedimenti attuati in Italia in merito allo sfruttamento d’immagine dei Beni Culturali.

A introdurre l’incontro, Sandra Ennas, dirigente responsabile del Trasferimento tecnologico di Sardegna Ricerche che a questo proposito annuncia “Abbiamo finalmente aperto uno sportello per la proprietà intellettuale. Questa novità rappresenta un prerequisito importante per la stesura di un brevetto e la presentazione del proprio progetto o prodotto che così sarà protetto da una certificazione”.

Sul tema Cecilie Hollberg ha presentato un caso a lei ben noto: l’utilizzo in maniera indiscriminata e spesso inappropriata dell’immagine del David di Michelangelo. Un abuso commerciale che investe ogni settore: dall’abbigliamento al souvenir, dalle locandine teatrali alla reclame di un salvagente per l’estate 2018.
“Un abuso irritante che tradisce l’ideale di forza, dignità e identità del David” spiega Hollberg “Noi quelle opere le custodiamo, le conserviamo e tuteliamo, eppure non siamo autorizzati a guadagnarci sopra, mentre aziende private lucrano su un bene che appartiene all’umanità”.
Ma è contro le agenzie turistiche e i cosiddetti “bagarini” che la direttrice punta il dito: “Non esiste una legge che impedisca di vendere un biglietto per visitare un museo ad un prezzo maggiorato, se questo include dei servizi, tuttavia sono state attuate delle manovre scorrette al di fuori di ogni regola pur di ottenere un guadagno a discapito del reale intento culturale”. Dopo l’ennesimo caso, Cecilie Hollberg si è rivolta al tribunale di Firenze per ottenere un’ordinanza che ne impedisse l’utilizzo a scopo di lucro dell’immagine del David. “I tempi sono stati da record” ammette entusiasta “in soli cinque mesi siamo riusciti ad attuare una regolamentazione sul diritto di immagine che sta facendo scuola nel resto d’Italia. Con noi si sono complimentati anche i colleghi di Roma (che sta facendo tutto il possibile per la tutela del simbolo del Colosseo) e quelli del Duomo di Firenze”.

Emanuele Montelione ha invece parlato del tema dal punto di vista contemporaneo, tra graffiti, murales e patrimonio immateriale. “Il problema riguarda tutto ciò che viene percepito come un valore artistico o storico e che ha una proprietà definita deputata alla concessione dell’immagine che può essere ceduta gratuitamente per motivi di studio, ricerca o libera manifestazione del pensiero ad esempio – chiarisce il legale. – la riproduzione dei Beni Culturali, attuata nel rispetto delle disposizioni che tutelano il diritto d’autore con modalità che non comportino alcun contatto fisico con il bene, sono permesse purché non siano a scopo di lucro”.

E in materia di riproduzione di Beni Culturali, gli esperti, anche tra le aziende sarde, non mancano. A partire da FabLab, che con le stampanti 3D hanno riprodotto sculture senza fare alcun calco, oltre alle facciate delle chiese sarde, utili anche per consentire ai non-vedenti di conoscere un patrimonio culturale altrimenti precluso. Taulara invece è una azienda che si occupa della digitalizzazione di materiale archivistico messo a disposizione dalla Pubblica amministrazione: i Comuni potranno fornire un database dei loro beni e raccogliere materiale fotografico, letterario e storico appartenente alla popolazione e caricato in autonomia, previa registrazione, dagli stessi cittadini.

Martina Serusi

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