Il neologismo paesitudine è entrato da qualche tempo nel dibattito sullo spopolamento dei piccoli centri, nell’Isola l’80% dei comuni. Ma, al contrario di quanto sembra evocare a primo acchito, il nuovo termine si riferisce al diritto di esistere dei piccoli paesi di fronte al loro svuotamento. Se vogliamo, dunque, la paesitudine rimanda a un’idea di futuro. Quell’idea viene oggi processata e messa in pratica da un laboratorio, un Lab – per usare una parola più smart – che ha sede a Calangianus, 4000 abitanti in Gallura.
Cosa fa il Cassita Lab? La risposta tecnica è commercial engineering, ma – più prosaicamente – si tratta di un gruppo di professionisti capaci di intervenire in architettura, nel campo della mobilità sostenibile o dell’efficientamento energetico, in quello architettonico, nella protezione del suolo, nella mobilità sostenibile, nella bioarchitettura. Insomma, uno sguardo completo sui problemi che privati e amministrazioni si trovano ad affrontare. E una ferrea etica green.
Capita così che il supporto fornito al comune di Santa Teresa di Gallura per redigere il nuovo piano urbanistico comunale si trasformi nell’occasione per dotare la cittadina di un innovativo autobus elettrico, capace di accumulare l’energia a bordo attraverso tappeti conduttivi posti sul manto stradale. La ricarica ha tempi brevissimi, circa 15 secondi e viene effettuata ad ogni fermata, tutte dotate di pannelli fotovoltaici.
La tecnologia della ricarica ad induzione della torinese Sequoia Automation, rappresenta dunque una novità. Ma l’innovazione riguarda anche il processo: un team di professionisti di vari settori, dopo aver studiato i flussi di traffico nel territorio comunale, e rilevato oltre tremila auto in transito nel sito d’interesse comunitario di Capo Testa, ha proposto all’amministrazione una soluzione che tra poco diverrà operativa: “L’appalto sta per partire”, spiega l’amministratore della società Domenico Cassitta.
Insomma, soluzioni ad hoc per il territorio. Ma non solo: per il Cassitta lab vale anche la relazione opposta, quella, cioè, per cui il territorio diventa il protagonista dell’innovazione. È il caso dell’hotel Don Diego a Loiri Porto san Paolo, dove i condizionatori sfruttano l’acqua del mare, più fresca dell’aria d’estate e, al contrario, più calda d’inverno. “Mentre le normali pompe di calore aria aria producono 3 kw di energia termica con un kw di energia termica, con l’innovativo sistema la produzione passa a 6 kw”, spiega, dati alla mano, Cassitta. “Abbiamo poi coibentato l’albergo con il sughero e optato per un rivestimento in granito, attivando così una filiera corta dell’efficientamento”, dice soddisfatto il giovane imprenditore.
La paesitudine diventa così genius loci.
Piero Loi
@piero_loi