Satta, una donna al timone della Film Commission: “Metto la Sardegna al centro dell’Europa”

Al Festival di Berlino, Nevina Satta, ha capito quanto interesse suscita la nostra isola nel mondo del cinema. La Sardegna, pur non presentando lungometraggi sardi, aveva un suo spazio nel padiglione italiano dell’Eurepean Film Market, decisamente preso di mira.

“A Berlino l’attenzione è stata forte; la mia fortuna è stata quella di parlare della Sardegna, che significa far sognare, e non solo come piattaforma per location straordinarie. Da noi vivono personaggi sorprendenti, le cui storie devono essere ancora raccontate. E’ stato un piacere partecipare ad un progetto che riesce ad essere accattivante. La Germania, poi, conosce bene la Sardegna e sa che non è fatta esclusivamente di spiagge; così, si sono presentati diversi produttori con esigenze specifiche e idee chiare. Abbiamo lavorato soprattutto nell’ambito del mercato, perché Berlino è stata una piattaforma per le cordate dei progetti europei; infatti, l’insieme delle Film Commission del vecchio continente, ha la consapevolezza che questo sarà un altro anno di tagli e restrizioni, quindi l’unione delle forze diventa un’esigenza essenziale per chiunque lavori nel mondo dello spettacolo.”

Come sono andate le vendite e le proposte per i film prodotti in Sardegna?

“All’interno del padiglione italiano abbiamo lavorato, per esempio, con gli agenti del film di Peter Marcias, che è andato molto bene e ha conquistato territori europei; e con Paola Corvino attiva nel proporre l’ultimo lavoro di Davide Manuli, girato lo scorso anno, il quale ha come star Vincent Gallo e Claudia Gerini ed ha avuto
ottimi contatti. Il mio lavoro, dunque, è stato sì affiancare questi professionisti, ma soprattutto intessere un rapporto consolidato, parlare e negoziare con le altre Film Commission europee, da quella estone a quella ceca, spagnola e giordana per concretizzare progetti comuni all’interno dei quali la nostra Film Commission potrebbe diventare capo cordata o, in altri casi, membro di cordate trasversali. Infatti, attualmente, questi organismi stanno lavorando in modo molto aggressivo non solo per attirare l’attenzione del legislatore locale, ma anche per rafforzare progetti di tipo formativo all’interno dei propri territori. Noi cerchiamo, in questo senso, partnership con realtà simili alle nostre nelle caratteristiche economico sociali geografiche. Come Film Commission, insomma, vorremmo fare da ponte alle produzioni, ai progetti cinematografici per agevolare la visibilità non solo dei produttori sardi e delle creazioni dei registi isolani, ma anche supportare nella nostra regione la poco sfruttata “tax credit”, prendere a braccetto, per esempio, i produttori vinicoli, quelli del settore alberghiero e del trasporto e spiegargli che, grazie a realtà come la nostra, la loro visibilità sarebbe triplicata se investissero nel cinema, nelle serie web e televisive etc. Bisogna dire come, pur essendo solo all’inizio, da questo punto di vista, abbiamo avute risposte interessanti”.

Mi pare abbia affrontato questo compito di direzione con la passione e la competenza accumulata negli anni.

“So di mettere in questo lavoro passione, ma certo pure l’esperienza; così come il nostro presidente Grimaldi che opera nel cinema da più di 30 anni. Vorrei insistere a considerare la Sardegna, culturalmente al centro dell’Europa, abbandonare anche eccessivi localismi, e competizioni inutili. Questo è il tempo di alleanze con l’Europa, si tratta un trand consolidato che può permettere di abbattere i costi per i corsi di formazione, per esempio, presentando insieme ad altri paesi bandi e pacchetti di produzione itineranti. I problemi -anche politici -si condividono pure con le altre Film Commission italiane: i budget vengono limitati per prudenza dalle istituzioni; questo in un’industria che chiede la velocità della cultura 3.0 è un ostacolo, così noi dobbiamo fare da cuscinetto rispetto alle istituzioni gravate da una burocrazia assai più lenta e contorta”.

Siamo alla vigilia dei bandi regionali sul cinema e della nuova sede alla Manifattura Tabacchi?

“Nei mesi passati abbiamo fatto una precisa richiesta all’assessorato ai beni culturali, informazione, spettacolo e sport proponendo che, invece di rinunciare a una parte dei finanziamenti, questi venissero fatti amministrare più agilmente dalla Film Commission; non c’erano i tempi tecnici, lo scorso novembre, per lanciare i bandi come regione e, perciò, abbiamo chiesto noi la responsabilità di occuparci di questi bandi. A breve saranno immessi on line e riguarderanno la produzione di cortometraggi, lo sviluppo delle sceneggiature, l’organizzazione di festival e rassegne e di eventi formativi. Saranno, ovviamente, rispettate le regole citate nella legge cinema, ma vorremmo snellire l’attribuzione per i beneficiari: mantenere sempre i criteri di qualità delle esperienze precedenti, tenere conto dei parametri indicati nei bandi, ma non vogliamo che l’assegnazione dei fondi impieghi un anno e mezzo, semmai un mese e mezzo! Vorremmo arrivare a Cannes già pronti per presentare i
primi beneficiari di questi fondi. Contestualmente stiamo organizzando un avviso pubblico di iscrizione alla banca dati di esperti che possano sostenerci nella gestione dei bandi europei e in quella delle produzioni pronte per girare in Sardegna, come nel caso del nuovo film di Bonifacio Angius. Si tratta, infatti, di una produzione
avanzata che sta coinvolgendo in maniera capillare il territorio sassarese anche con la collaborazione di enti formativi. Insomma, stiamo cercando di raccordare le risorse del territorio con progetti di ottima qualità. E lo faremo dalla nostra nuova sede cagliaritana…”.

(Foto tratta dal sito goleminformazione.it)

Elisabetta Randaccio

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