Mattarella premia Ettore Cannavera: “Una speranza per i nostri giovani”

La notizia dell’onorificenza gli è arrivata questa mattina, cogliendolo totalmente di sorpresa: don Ettore Cannavera, parroco in prima linea nella lotta alle ingiustizie, è stato insignito questa mattina dal Presidente del Quirinale Mattarella del titolo di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Onorificenza che il Presidente conferisce motu proprio a cittadine e cittadini italiani che si sono distinti per atti di eroismo, per l’impegno nella solidarietà, nel soccorso, per l’attività in favore dell’inclusione sociale, nella promozione della cultura, della legalità e per il contrasto alla violenza. Tra i trenta nomi di personaggi, assurti a modello per l’impegno civile, la dedizione al bene comune e la testimonianza dei valori repubblicani, anche quello di don Cannavera, che raggiunto telefonicamente in automobile è sembrato molto sorpreso. “E’ davvero un riconoscimento inaspettato. E in tutta sincerità mi rende felice l’idea che il Presidente conosca i nostri ragazzi e il lavoro che quotidianamente facciamo qui nella comunità La Collina di Serdiana. Vuol dire che condivide le nostre idee sull’inutilità del carcere per i minorenni, una battaglia che portiamo avanti tutti i giorni e con tutti i mezzi in nostro possesso. Mi ferisce il modo in cui ancora oggi, continuiamo a mettere  in carcere senza scrupoli ragazzi che non hanno avuto la fortuna di studiare l’insegnamento della legalità, privandoli totalmente della libertà e favorendo una recidiva spaventosa”.

La motivazione per cui Don Ettore Cannavera, è stato insignito del titolo di commendatore, sottolinea proprio questo aspetto: “Quella di Cannavera è una preziosa opera di sostegno a persone in condizioni di marginalità e in particolare a giovani e minori coinvolti in percorsi di reinserimento sociale”. Un’opera che Cannavera persegue da oltre venti anni, quando nel 1994 fondò la comunità. “Combatto perché i carceri minorili vengano cancellati, sostituendoli con nuovi percorsi, e Serdiana ne è un esempio. Il messaggio di Mattarella mi sembra molto chiaro, e mi dà una grande speranza per le future impostazioni sulla giustizia minorile. Il nostro impegno di continua relazione coi giovani è improntato alla pratica della libertà. I giovani non devono essere messi in carcere, perché in quel modo li si condanna ineluttabilmente alla devianza. Nella nostra comunità, su 70 ragazzi solo in 4 sono tornati a delinquere, nelle carceri nazionali la recidiva raggiunge il 70 per cento”.

Donatella Percivale

 

 

 

 

 

 

 

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