La Sardegna sconosciuta di Fabio Piccioni: le grotte di Monte Majore a Thiesi

Adagiato sulle pendici dell’altopiano “Su Montiju” l’abitato di Thiesi, che conta circa 3.000 abitanti, risale al periodo romano con un impianto urbanistico che attualmente si sviluppa in due zone distinte: la prima attorno alla chiesa di Santa Vittoria, la seconda attorno alla seicentesca chiesa di Sant’Antonio. Questa incantevole zona del Sassarese, nel cuore nella regione storica del Meilogu è la meta delle esplorazioni di Fabio Piccioni alla ricerca di angoli sconosciuto o dimenticati.

Il murale di Aligi Sassu sui moti Angioini di Thiesi
Il murale di Aligi Sassu sui moti Angioini di Thiesi

Thiesi è il paese natale della famiglia del pittore Aligi Sassu, che ha regalato ai suoi conterranei  lo splendido murale raffigurante “I Moti Angioini” conservato nel museo a lui dedicato. L’immagine rappresentata si rifà ad un avvenimento storico importante per la comunità locale: la ribellione contro il dominio feudale, nota come “S’annu de s’attaccu” (l’anno dell’assalto, cioè il 1800) delle truppe del signore del paese, il duca dell’Asinara, contro gli abitanti che si erano rifiutati di pagargli i tributi.

I Thiesini erano infatti di indole fiera e poco incline a subire ingiustizie. Scrisse di loro Vittorio Angius nel suo Città e villaggi della Sardegna dell’ottocento: “I Thiesini si sono sempre mostrati insofferenti della servitù, e nella insurrezione contro i baroni furon i più ardenti nemici dei medesimi. Essi promossero la confederazione tra i villaggi che voleano l’emancipazione, e quando il governo dopo le belle promesse operò tristemente essi insorsero chiedendo giustizia, e non tacquero se non oppressi dalla violenza delle armi”.

In tempi moderni non c’è la violenza delle armi ma restano, immutabili, le belle promesse unite a forme più pacifiche e raffinate di oppressione. Grazie alla cortesia della locale Pro-Loco possiamo pubblicare una piccola galleria di foto e cartoline d’epoca tratte dal loro sito Sa Bertula che ci mostrano scorci e momenti di vita del paese nei tempi passati.

Oggi il paese, insieme al vicino centro di Romana offre interessanti spunti di visita, dalle antiche chiese ad interessanti edifici storici, dalle vestigia nuragiche ai pittoreschi murales, in uno scenario naturale di grande suggestione.

Ma il viaggio di Fabio Piccioni non si svolge in superficie. Come fa spesso, il nostro viaggiatore si muove nel sottosuolo buio e silenzioso dove ci sono le vere radici di ogni paese. Per meglio dedicarsi alla sua passione ha lavorato duramente nel corso di formazione  ed ora fa parte del gruppo speleologico “G.E.A. – Grup Espeleològic Alguerès” di Alghero. In questa uscita ci parla della Grotta di Monte Majore e della Grotta Risorgenza di Monte Majore a Thiesi. Le due cavità che si aprono nei calcari miocenici del versante orientale di Monte Majore a circa 540 metri s.l.m. all’interno dello splendido  territorio compreso tra Thiesi e Romana in provincia di Sassari.

«La Grotta di Monte Majore — spiega Fabio — si estende per circa 300 metri quadri e funge da inghiottitoio delle acque superficiali della zona. Un ramo terminale presenta infatti dei pozzi attraverso i quali si vede scorrere un torrente. La grotta presenta un ampio salone discretamente concrezionato ed ospita una grande colonia di pipistrelli, fra le piu’ importanti della zona, per cui e’ meta di visite da parte di speleobiologi. La grotta e’ collegata con un sifone alla successiva omonima Grotta Risorgenza, la quale si estende per circa 200 metri quadri ed in cui convoglia le acque del torrente attraversandola tutta all’interno di una galleria piuttosto meandriforme. La Grotta Risorgenza presenta inoltre una grande quantita’di aracnidi e falene.

Le foto rendono l’immagine di un mondo misterioso ed apparentemente immobile, dove il tempo non scorre veloce come lassù, ma ti aspetta senza fretta. Un mondo di silenzio di cui abbiamo bisogno.  “C’è — scrisse Romano Battaglia, indimenticata scrittore e poeta —  un silenzio del cielo prima del temporale, delle foreste prima che si levi il vento, del mare calmo della sera, di quelli che si amano, della nostra anima, poi c’è un silenzio che chiede soltanto di essere ascoltato”. E il sottosuolo è un luogo ideale per farlo.

Enrico Pinna

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